Carinaro, polemiche su Consiglio in via telematica. Mauriello: “Modalità inevitabile”

di Antonio Taglialatela

Carinaro (Caserta) – La seduta del Consiglio comunale di Carinaro celebrata, in via telematica, lunedì 30 novembre ha prodotto, sia durante il collegamento che subito dopo la conclusione, una scia di polemiche. E non solo per i ricorrenti problemi di linea e, soprattutto, di fastidiosi “ritorni audio” e “feedback” (la prossima volta, cari consiglieri, cercate di utilizzare tutti delle cuffiette e tenere disattivati gli altoparlanti dei dispositivi, vi raccomandiamo!) ma per la stessa modalità di convocazione, ossia “a distanza” e non “in presenza”. – continua sotto – 

Un “bavaglio alla democrazia” è stata l’accusa rivolta dell’opposizione nei confronti della presidente dell’Assise, Elisabetta Mauriello, e della maggioranza a sostegno del sindaco Nicola Affinito. In particolare, la capogruppo della minoranza, Annamaria Dell’Aprovitola, ha sostenuto che la presidente “decide per la celebrazione del Consiglio comunale da remoto, causa Covid, impedendo al gruppo di opposizione di stare in presenza al comune. Di converso, il sindaco e l’assessore Bracciano partecipano al Consiglio dalla stanza dello stesso primo cittadino, insieme al consigliere Nicola Mauro Barbato e alla consigliera E.Barbato, come si evince chiaramente dalle immagini della seduta telematica”. – continua sotto – 

A stretto giro è giunta la replica della presidente Mauriello. Premettendo che ad oggi sono numerosissimi i Consigli svoltisi in questa modalità, e che è addirittura la legge che consente i lavori da remoto, anche quando il regolamento non disciplina questa procedura, la presidente fa “un po’ di chiarezza normativa” e illustra i motivi per cui è stata scelta la via telematica. «Il Dpcm del 18 ottobre 2020 (all’articolo 1, lettera d, punto 5) stabilisce che “nell’ambito delle pubbliche amministrazioni le riunioni si svolgono in modalità a distanza salvo la sussistenza di motivate ragioni”, confermato poi dal successivo Dpcm del 24 ottobre 2020. È intervenuta successivamente una circolare del Ministero dell’Interno  che rinnova per le convocazioni di Consiglio o Giunta i dettami del Decreto Legge  17 marzo 2020 (decreto ‘Cura Italia’), articolo 73 recitante ‘Al fine di contrastare e contenere la diffusione del virus Covid-19 e fino alla data di cessazione dello stato di emergenza deliberato dal Consiglio dei ministri il 31 gennaio 2020, i consigli dei comuni, delle province e delle città metropolitane e le giunte comunali, che non abbiano regolamentato modalità di svolgimento delle sedute in videoconferenza, possono riunirsi secondo tali modalità, nel rispetto di criteri di trasparenza e tracciabilità previamente fissati dal presidente del consiglio, ove previsto, o dal sindaco, purché siano individuati sistemi che consentano di identificare con certezza i partecipanti, sia assicurata la regolarità dello svolgimento delle sedute e vengano garantiti lo svolgimento delle funzioni di cui all’articolo 97 del decreto legislativo 18 agosto 2000, numero 267, nonché adeguata pubblicità delle sedute, ove previsto, secondo le modalità individuate da ciascun ente”». – continua sotto – 

«In sostanza, – continua Mauriello – con ulteriore nota di chiarimento del ministero dell’Interno, che recita “È demandata, quindi, alle singole amministrazioni, sulla base anche di valutazioni correlate alla situazione del proprio territorio rispetto al rischio specifico, la facoltà di prevedere le riunioni in videoconferenza”, spetta al presidente del Consiglio, sentiti i pareri, di stabilire la modalità di svolgimento dei lavori del Consiglio. Preso atto che: il 24 novembre 2020, data di convocazione del consiglio comunale per il giorno 30 novembre, la Campania si trovava in zona rossa; lo stesso giorno il numero dei contagi era di 186 persone; non ci sono microfoni sufficienti all’interno della sala consiliare da garantire l’uso esclusivo a ciascun consigliere; i banchi della sala non garantiscono l’effettiva distanza di almeno un metro fra i consiglieri; la sala, sebbene di grandi dimensioni, non consente un ricambio d’aria con l’esterno; per i motivi di cui sopra elencati e per anteporre la tutela del diritto alla salute di tutti i partecipanti al consiglio comunale (dipendenti e consiglieri), si ritiene più opportuno la riunione del Consiglio da remoto». – continua sotto – 

Per Mauriello, quindi, «è assolutamente garantito il diritto di parola a tutti i consiglieri che ne chiedono di intervenire nella discussione secondo i tempi previsti dal regolamento del Consiglio, sforando anche i limiti da esso indicati, tenuto conto il tempo limitato a disposizione per la fruizione del servizio. Si ribadisce, inoltre, che la possibilità di collegarsi in via telematica verrà utilizzata esclusivamente durante il periodo di emergenza e tenuti conto dei parametri come la curva epidemica, eccetera. Pertanto, – conclude la presidente – si invitano i consiglieri di mostrare il massimo della collaborazione affinché ci possa essere una corretta esecuzione dei lavori e rispettando i diritti di ciascuno degli intervenienti».

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