Corruzione ospedale Caserta, assolto cugino del boss Iovine e prosciolti altri imputati

di Redazione

Tutti assolti o prosciolti gli indagati nell’inchiesta sulla corruzione all’ospedale di Caserta che vedeva coinvolto, tra gli altri, Carmine Iovine, 68 anni, nativo di San Cipriano d’Aversa, ex direttore sanitario del nosocomio del capoluogo e cugino di Antonio Iovine, l’ex boss dei Casalesi poi divenuto collaboratore di giustizia. L’accusa, in particolare, riguardava attestati di verifica non veritieri, risalenti al periodo tra il 2008 e il 2015, per i servizi di pulizia, lavanderia, gestione dell’obitorio. – continua sotto – 

Determinante, per la decisione del giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, Rosaria Dello Stritto, è stata la questione preliminare avanzata da i legali di tutti gli imputati, secondo cui le intercettazioni, prova “regina” in questa indagine, erano inutilizzabili perché i decreti che le autorizzavano avevano ad oggetto un’ipotesi di reato, ossia la corruzione con l’aggravante mafiosa, diversa da quella contestata dalla Procura nella richiesta di rinvio a giudizio. In quest’ultima erano ipotizzati soprattutto reati di falso in atto pubblico e turbata libertà degli incanti. La sentenza che ha tenuto conto anche della pronuncia delle Sezioni Unite della Cassazione del febbraio 2020, che ha reso più rigido il ricorso alle intercettazioni, dichiarando inutilizzabili quelle autorizzate per un determinato titolo di reato, se poi nell’indagine in cui si usano si procede per un reato diverso; come accaduto proprio nell’inchiesta sull’ospedale di Caserta, in cui sono state usate intercettazioni di un precedente procedimento sempre relativo al nosocomio. – continua sotto – 

L’indagine che portò all’arresto di Iovine e di altri indagati il 25 luglio 2017 fu condotta dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli e costituì, infatti, il prosieguo dell’indagine che due anni prima aveva portato all’arresto di 24 persone per appalti dati dall’ospedale ad aziende vicine al clan Zagaria dopo che già nell’aprile 2015 fu commissariata l’azienda ospedaliera del capoluogo per infiltrazioni camorristiche, primo caso in Italia. Continuando ad indagare sull’ospedale, la Dia si era imbattuta nel “sistema Iovine”, definito dagli inquirenti una “lobby sanitaria” mediante la quale Carmine Iovine – andato in pensione a fine 2016, pochi mesi prima dell’arresto – affidava gli appalti ad aziende che gli assicuravano un profitto tramite il versamenti di soldi, buoni benzina e assunzioni; e poi effettuava con i collaboratori ispezioni dei servizi resi da tali imprenditori dichiarando falsamente che tutto andava bene, con disservizi che si ripercuotevano sui pazienti dell’ospedale. Ma l’ipotesi di corruzione è caduta nelle varie fasi processuali, mentre sono rimasti in piedi i reati di falso, in relazione ai quali la Procura aveva chiesto il processo per gli imputati. – continua sotto – 

Pertanto, sono cadute le accuse a carico dei 36 imputati, con il gup Rosaria Dello Stritto del tribunale di Santa Maria Capua Vetere che ha pronunciato sentenza di non luogo a procedere. Assolti, quindi, Carmine Iovine, Angela Ragozzino, 64 anni, della frazione Sant’Angelo in Formis di Capua, e Caterina Cusano, 53 anni, di Ruviano, che, tutti difesi dall’avvocato Giuseppe Stellano, avevano chiesto il rito abbreviato. Il pm aveva, invece, chiesto la condanna a 4 anni e sei mesi per Iovine, e a 3 anni per Cusano e Ragozzino. Prosciolti, e quindi non rinviati a giudizio, gli altri 33 imputati: Grazia Laura Saudella, di Caserta; Angelina Feola, di San Nicola la Strada; Andrea Schettino, di Caserta; Domenico Valentino, di Piana di Monte Verna; Giovanni Bamundo, di Casal di Principe; Donato Ferraiuolo, di Caserta; Marco Napolitano, di Napoli; Antonio Alterio, di Giugliano in Campania; Margherita Agresti, di Caserta; Fabio Ventresino, di Napoli; Vincenzo Falco, di San Marcellino; Michele Tarabuso, di Caserta; Nicola Buonafede, di Napoli; Antonella Sommese di Nola; Paola Carli, di Portici; Pasquale Ragosta, di Ottaviano; Giuseppe Salzillo, di Portico di Caserta; Alberto Tessitore, di Macerata Campania; Danilo Lisi, di Caserta; Edoardo Scalera, di Caserta Pasquale De Francesco, di Castel Di Sasso; Giuseppe Napolitano, di Nola; Vincenzo De Angelis, di Casagiove; Rosa Capriello, di Qualiano; Carla Casella, di Caserta; Massimo Del Grosso, di Caserta; Pasquale Manica, di Falciano del Massico; Nicola Giaquinto, di Caserta; Orlando Cesarini, di Alife; Luca Pagano, di San Cipriano d’Aversa; Pasquale Picazio, di Caserta; Bartolomeo Festa, di Sessa Aurunca; Angelo Luigi De Angelis, di Casagiove. – continua sotto – 

Nel collegio difensivo sono stati impegnati gli avvocati Giuseppe Stellato, Raffaele Costanzo, Mauro Iodice, Dezio Ferraro, Gennaro Iannotti, Daniele Delle Femmine, Vittorio Giaquinto, Emilio Martino, Agostino Imposimato, Bernardino Lombardi, Finizio Di Tommaso, Luca Parillo, Domenico Della Gatta ed Umberto Pappadia.

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