Operaio morto in stabilimento Multicedi di Pastorano: Procura chiede giudizio per 3 indagati

di Redazione

Il 15 maggio scorso, i carabinieri della sezione operativa della compagnia di Capua, a seguito di attività di indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, hanno notificato a: Pietro Ragozzino, 61 anni, legale rappresentante della società “Multicedi srl” di Pastorano, in qualità di committente dei lavori e di proprietario dell’area di logistica della stessa società; Salvatore Luiso, 57 anni, legale rappresentante della ditta “Due Elle Multiservizi“; Gennaro Rossi, 41 anni, coordinatore per la sicurezza in fase di progettazione ed esecuzione; un avviso di conclusione delle indagini preliminari in quanto ritenuti responsabili, con condotte a vario titolo tra di loro indipendenti, di omicidio colposo aggravato dalla violazione delle norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro.

La Procura sammaritana ha provveduto anche ad emettere richiesta di rinvio a giudizio. In particolare, le indagini preliminari sono state generate dal gravissimo infortunio sul lavoro in cui è rimasto coinvolto Antonello Migliaccio nella giornata del 4 marzo 2019, nella sede dello stabilimento del Centro Multicedi di Pastorano, in seguito al cui politraumatismo con lesioni multiple, decedeva pochi giorni dopo in ospedale. Al momento dell’incidente, mentre era alla guida di un sollevatore elettrico, per conto della ditta “Due Elle Mutliservizi”, al fine di effettuare, all’interno della “Multicedi”, lavori “in quota”, consistenti nella messa in opera di montanti in ferro e pannelli di cartongesso, al di sopra di un soppalco altro circa 6 metri, a seguito di manovra di retromarcia e della fuoriuscita delle ruote posteriori del mezzo dalla rampa di carico e scarico, precipitava nel vuoto terminando la caduta, per terra, nel piazzale antistante il varco del capannone.

Le indagini preliminari, caratterizzate da vari sopralluoghi effettuati dai consulenti tecnici della Procura, dall’escussione di persone informate sui fatti presenti sul luogo dell’accaduto, nonché da relazioni tecniche redatte dallo Spsal (Servizio per la prevenzione e la sicurezza negli ambienti di lavoro) dell’Asl di Caserta, hanno condotto a ritenere responsabili i tre indagati perché, come riporta una nota a firma del procuratore capo Maria Antonietta Troncone, “con la propria condotta autonoma, caratterizzata da colpa generica e colpa specifica” hanno posto le condizioni per il verificarsi dell’infortunio mortale del lavoratore Antonello Migliaccio”.

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