Un calcolatore italiano in prima linea nella lotta al Covid-19

di Francesco di Biase

Si chiama “Marconi100” il supercomputer tutto italiano che, simulando il comportamento delle proteine, è in grado di individuare terapie capaci di ridurre l’aggressività patogena del Coronavirus. Il calcolatore del Cineca di Bologna, il Consorzio Interuniversitario che opera sotto il controllo del Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca, che secondo l’ultima edizione della classifica Top500 è attualmente il secondo supercomputer più potente in Europa e il nono a livello mondiale, è in grado di svolgere calcoli complessi in tempi ristrettissimi. Impiega di fatto meno di una settimana per ottenere i dati relativi al comportamento di una singola proteina del virus, a differenza di quanto impiegherebbe un computer classico, circa 4 mesi. In più può contare su un’efficienza energetica che permette di elaborare enormi quantità di dati a costi relativamente contenuti.

Il sistema intelligente è costruito con processori Ibm Power9 e Gpu Nvidia V100 e la sua potenza di elaborazione dati arriva ai 32 petaflops di picco, significa che può eseguire 32 milioni di miliardi di calcoli al secondo. Quello del Marconi100 è un lavoro che va ad affiancarsi a quelli svolti dagli altri supercalcolatori europei, i cui risultati andranno al vaglio dei responsabili del progetto Exscalate4CoV, piattaforma sviluppata grazie alla collaborazione tra Dompe’, azienda biofarmaceutica italiana, Cineca e il Politecnico di Milano. Già utilizzato nello studio del virus Zika, la ricerca rientra nel programma quadro Horizon 2020, finanziato dalla Commissione Europea con 3 milioni di euro per individuare, attraverso i supercalcoli e le migliori competenze scientifiche in life-science, i farmaci più sicuri per un trattamento immediato dei positivi al Covid-19. Una sorta di biblioteca chimica di 500 miliardi di molecole a cui i ricercatori possono attingere per simulare il comportamento del virus in presenza di molecole farmaceutiche. Con tutta evidenza il progetto di supercomputing sembra aver già dato risultati soddisfacenti individuando farmaci capaci di contrastare i sintomi del virus Sars-Cov2, almeno nelle fasi iniziali del contagio e nei casi lievi e moderati.

“Aver individuato la molecola in grado di contrastare il coronavirus nelle manifestazioni meno aggressive ci ripaga dell’intenso lavoro di questi mesi” ha dichiarato, tra l’altro, il Direttore generale Cineca David Vannozzi in una nota stampa, “il Raloxifene è un farmaco attualmente in uso per il trattamento dell’osteoporosi, la sua molecola, selezionata, studiata e sperimentata in vitro dai ricercatori del programma Exscalate4CoV, rappresenta il primo passo nella battaglia contro la pandemia” ha sottolineato Vannozzi, che ha aggiunto “L’individuazione è stata resa possibile attraverso il potente sistema di calcolo del Marconi100, che ha valutato oltre quattromila molecole. Il farmaco selezionato è ben tollerato, ha un profilo tossicologico ben noto nella clinica e ha mostrato grande efficacia nella sperimentazione in vitro. Ora si passa alla sperimentazione in vivo, sugli animali e quindi sull’uomo, con il vantaggio di maneggiare una molecola sicura e ben nota nella farmacologia”. E allora, è proprio il caso di dirlo: il computer salverà il Pianeta.

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