‘Ndrangheta, estorsioni e armi: colpo alla cosca Labate di Reggio Calabria

di Redazione

 I carabinieri del comando provinciale di Reggio Calabria hanno arrestato 6 persone (4 in carcere e 2 agli arresti domiciliari) della cosca Labate, conosciuta anche come “Ti Mangiu”, in prevalenza operante nel quartiere Gebbione di Reggio Calabria e nelle aree limitrofe.  L’operazione, denominata “Cassa Continua”, riguarda anche la sospensione per 12 mese dall’esercizio di pubblico ufficiale per un altro indagato e il sequestro delle quote di partecipazione e di tutti gli elementi presenti nel patrimonio aziendale riguardante l’impresa di onoranze funebri Croce Amaranto di Reggio Calabria.

Le misure sono state emesse dal gip Antonino Foti, su richiesta della competente Direzione Distrettuale Antimafia, sostituti procuratori Diego Capece Minutolo e Stefano Musolino. In carcere sono finiti: Pietro Toscano, reggino 67enne; Paolo Falco, reggino 50enne; Antonio Laurendi, reggino 64enne; Francesco Toscano, reggino 41enne. Ai domiciliari: Massimiliano Latini, nato a Lodi 44enne; Vincenzo Laurendi, reggino 31enne. Sospensione dall’esercizio di pubblico ufficiale per Antonia Messina, reggina 66enne, dipendente del Comune di Reggio Calabria.

Nell’inchiesta è finita anche Antonia Messina, dipendente del Comune di Reggio Calabria, accusata di rivelazione ed utilizzazione di segreti d’ufficio. Avrebbe rivelato a Pietro Toscano, indagato principale di questa operazione, notizie segrete che la donna aveva appreso in Municipio, essendo a conoscenza della reale titolarità della ditta di onoranze funebri “Croce Granata”. Si sarebbe così recata nella sede dell’agenzi informando Toscano che la prefettura di Reggio Calabria aveva emesso poche ore prima l’informativa interdittiva antimafia nei confronti della ditta di Francesco Toscano. Contemporaneamente lo avrebbe avvertito del pericolo per i controlli sulla reale titolarità della ditta e conseguentemente dell’emissione di un provvedimento di interdizione. IN ALTO IL VIDEO

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