Zone rosse ad Alzano e Nembro, Conte sentito dai pm di Bergamo

di Redazione

Terminata l’audizione del premier Giuseppe Conte a Palazzo Chigi con il procuratore aggiunto di Bergamo, Maria Cristina Rota, accompagnata da tre sostituti Paolo Mandurino, Silvia Marchina e Fabrizio Gaverini. Il capo del governo è stato sentito per circa tre ore nell’ambito dell’indagine sulla mancata “zona rossa” nel Bergamasco, ad Alzano Lombardo e Nembro. La magistratura vuole accertare se spettasse istituirla al governo o alla Regione o a entrambi, se ci siano o meno responsabilità penali. Nella sede della Presidenza del Consiglio sono giunti anche i ministri della Salute, Roberto Speranza, e degli Interni, Luciana Lamorgese, anche loro ascoltati come persone informate sui fatti. L’audizione del ministro dell’Interno è durata circa un’ora. “Ho voluto chiarire tutti i passaggi nei minimi dettagli”, ha detto Conte dopo l’audizione.

Rota: “Responsabilità governo? Così emergeva a fine maggio” – La mancata zona rossa in Val Seriana è stata responsabilità del governo? “Io avevo detto che dalle dichiarazioni che avevamo in atto emergeva quello in quel momento, oggi non ho altro da aggiungere”. Così Maria Cristina Rota, procuratore facente funzioni di Bergamo, lasciando Palazzo Chigi, dopo aver ascoltato il premier Conte e i ministri Speranza e Lamorgese, torna sulle sue parole del 29 maggio, rispondendo a una domanda dei cronisti. A un’altra giornalista che le domanda se ci saranno indagati, la pm Rota non commenta e risponde allargando le braccia: “No no…”, con il chiaro intento di voler evitare di rispondere alla domanda (come si vede nel video). La domanda le viene rivolta nuovamente poco dopo, Rota sta per dire che non può rispondere, quando viene sottratta alle domande da un collega dello staff inquirente. (guarda il video).

Perché l’area non fu isolata? – Le audizioni di Conte, Lamorgese e Speranza saranno tutte orientate a ricostruire i giorni d’indecisione all’inizio di marzo: c’erano i morti continuavamo ad aumentare, c’era l’ospedale di Bergamo già sotto pressione e poi quelle le bare portate via dall’Esercito. Eppure, l’ordinanza di isolare l’area tra Nembro e Alzano nella Bergamasca, come era avvenuto per i comuni del Lodigiano, non è mai arrivata, nonostante i militari dell’esercito fossero pronti a bloccare le vie di accesso ai due centri. La mancata istituzione della zona rossa è stato oggetto di polemiche, ma è diventata anche un fascicolo di inchiesta. Avrebbe potuta ordinarla il governo, ma pure il governatore Attilio Fontana, emulando il suo collega Stefano Bonaccini. “A Medicina, la zona rossa l’abbiamo fatta di notte, è stata una decisione politica difficile, e poi abbiamo informato il governo che ci ha consentito di poterla fare”, ha raccontato ieri il governatore dell’Emilia-Romagna.

Conte: “Rifarei tutto, ho agito in scienza e coscienza” – Ieri alcuni cronisti hanno chiesto a Conte se per caso temesse di uscire da indagato dall’incontro con i pm. “Non lo temo affatto. – ha risposto il premier – Sono assolutamente disponibile per informare doverosamente il pm su tutte le circostanze di mia conoscenza”. Ma se tornasse indietro il premier ordinerebbe la zona rossa per quei comuni diventati simbolo dell’epidemia? “No, perché ho agito in scienza e coscienza”.

Salvini: “Conte chieda scuola a parenti e amici dei deceduti” – Intanto, dall’opposizione Matteo Salvini attacca: “La zona rossa era una decisione del governo, come ha detto il procuratore di Bergamo. Da far rispettare con l’uso di Esercito e forze dell’ordine. Ci aspettiamo che ora Conte chieda almeno scusa ai parenti e agli amici dei troppi bergamaschi morti”.

de Magistris: “Responsabilità penali evidenti” – Il sindaco di Napoli Luigi de Magistris, intervistato a “Tagadà” su La 7, definisce “materia esplosiva” l’inchiesta sulla zona rossa. “Mi preoccupa – dice l’ex pm – l’insana ambiguità che ha formato il patto tra governo e Regioni sull’emergenza nazionale. Il governo avrebbe dovuto coordinare a livello centrale tutta l’emergenza nazionale e non far diventare una sorta di monarchi i presidenti di Regione. Che ci siano responsabilità penali in alcune vicende come il tema delle zone rosse mi sembra evidente: la magistratura dovrà accertare di chi sono le responsabilità”.

Toninelli: “Da Salvini solo notizie false” – “Salvini come sempre non perde occasione per diffondere notizie infondate arrivando oggi addirittura ad emettere una sentenza che di sicuro non spetta a lui sulla chiusura del bergamasco per l’emergenza da coronavirus”. Così, in una nota, il senatore lombardo del MoVimento 5 Stelle Danilo Toninelli. “Quello che è successo in Lombardia – continua l’ex ministro delle Infrastrutture – è drammatico e nel giorno in cui viene ascoltato il presidente del Consiglio queste fughe in avanti della Lega sembrano l’ennesimo modo per nascondere verità scomode. Sulla chiusura del bergamasco le domande a cui rispondere sono tante: chi conosce meglio ed è più vicino al territorio e ai cittadini che lo abitano? Il governo nazionale o quello regionale? E se fosse stato possibile disporre la zona rossa da parte di entrambi chi aveva di più il polso della situazione? Chi si trovava sul territorio, lo conosce, lo governa e si presuppone sia attento a tutto ciò che succede o chi si trovava a Roma? Ma le domande a cui rispondere, purtroppo, non si fermano qui. Perché il governo della Regione Lombardia ha rallentato l’uso dei test sierologici? Perché in un momento di emergenza ha scelto di metter su un ospedale in Fiera a Milano che adesso rischia di non servire più a nulla quando sarebbe bastato recuperare quello di Legnano? Perché il governo della Lombardia fece un’ordinanza che mandò pazienti Covid-19 nelle Rsa dove erano presenti persone anziane?”. “Le domande sono tante – conclude Toninelli – e, in attesa che Fontana e Gallera si assumano mezza responsabilità, non resta che aspettare la giustizia. Perché chi ha governato la Regione Lombardia sembrerebbe saper fare una cosa: lo scaricabarile”.

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