Bologna, arrestati 12 anarchici: promuovevano lotta contro lo Stato

di Redazione

 I carabinieri del Ros e del comando provinciale di Bologna impegnati nell’operazione “Ritrovo” hanno eseguito una misura cautelare nei confronti di 12 anarco-insurrezionalisti, accusati di un attentato incendiario commesso a Bologna e di “atti di violenza con finalità di terrorismo e di eversione dell’ordine democratico dello Stato”.

Le indagini, coordinate dalla Procura di Bologna, hanno accertato come gli autori si fossero organizzati “promuovendo un’associazione terroristico eversiva tesa anche alla predisposizione e diffusione di materiale istigatorio al compimento di azioni riconducibili ad una generale ‘Campagna di lotta antistato’. Il blitz, oltre a Bologna, ha riguardato Milano e Firenze.

L’inchiesta “Ritrovo” della Procura di Bologna e dei carabinieri è partita da un attentato incendiario della notte tra il 15 e il 16 dicembre 2018, contro ripetitori di reti televisive, ponti radio delle forze di polizia e antenne di ditte che forniscono servizi di intercettazioni e di sorveglianza audio-video, tutti a Bologna in via Santa Liberata, sui colli, nei pressi di Monte Donato. Fu trovato materiale di combustione e la scritta: “Spegnere le antenne, risvegliare le coscienze solidali con gli anarchici detenuti e sorvegliati”. Da lì le indagini si indirizzarono contro gli attivisti dello spazio “Il tribolo” di Bologna: intercettazioni e altri accertamenti hanno ricostruito i rapporti tra gli indagati e altri gruppi di altre città, con pubblicazioni su blog e siti d’area. In particolare sono stati raccolti indizi sull’apporto che uno degli indagati avrebbe dato all’attacco incendiario.

L’indagine ha accertato azioni di danneggiamento, manifestazioni pubbliche e cortei non organizzati con l’obiettivo di contrastare e impedire l’apertura dei centri permanenti di rimpatrio e la legislazione del governo sulla gestione dell’immigrazione. Gli indagati avrebbero provocato anche violenti scontri con le forze dell’ordine, danni a condomini ed edifici pubblici, con scritte minatorie e offensive nei confronti delle istituzioni dello Stato e delle strutture economiche, ad esempio verso sportelli bancomat della Banca Popolare Emilia-Romagna di Bologna. IN ALTO IL VIDEO

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