Covid-19, Democratiche Campane: “Nella Fase 2 ripartire con le donne”

di Redazione

Tante donne del mondo della cultura, dell’istruzione, della scuola, della ricerca, rappresentanti del mondo del lavoro, dell’imprenditoria, delle forze sociali, hanno sottoscritto una lettera aperta, un appello, promosso dalle Democratiche Campane, a tutti i rappresentanti istituzionali della Campania affinché, nella definizione e nelle strategie di intervento della fase due, che sta per partire, si tenga conto dell’apporto del punto di vista delle donne, delle pratiche femminili, con un più forte coinvolgimento delle loro competenze.

“E’ sentire di tutti, infatti, – spiegano le promotrici – che questa crisi sarà occasione di cambiamento. Il contributo delle donne è sempre stato fondamentale nei periodi della ricostruzione del nostro paese. In questi anni le donne spesso hanno posto il tema di uno sviluppo sostenibile delle città, dei territori, spingendo di più sull’innovazione orientata a coniugare sviluppo e benessere sociale delle comunità, crescita del Pil, ma anche valutazione dell’indice di sviluppo umano, partendo dalla valorizzazione del concetto di cura e del prendersi cura. Ora c’è un’opportunità unica per far agire il pensiero femminile, ‘l’altro sguardo sul mondo’. Vogliamo impegnarci, farci carico delle responsabilità ed assumere decisioni indirizzate all’affermazione di una nuova civiltà e, soprattutto, alla costruzione di un cambiamento solidale”.

A seguire il testo della lettera: Al Presidente della Regione Campania; ai Sindaci della Campania; agli esponenti delle forze politiche, sociali, imprenditoriali, della cultura, della scuola e della ricerca – «Dopo l’emergenza sanitaria, che non è del tutto alle nostre spalle, oggi ci si confronta con le gravi conseguenze sociali ed economiche che ne stanno derivando e che si vanno a sovrapporre ad una situazione di fragilità del Sud e di una crisi strutturale che il nostro territorio vive da anni.  Le condizioni difficili di vita e di lavoro, non lavoro, lavoro irregolare, di ampi pezzi della popola­zione, la diffusione di un preoccupante livello di illegalità, gli alti tassi di dispersione scolastica di povertà educativa e culturale in alcune zone, e tanti altri indicatori ci dicono che bisogne­rebbe oggi avere un Piano strategico per la Regione e in particolare per la città di Napoli e la sua area metropolitana. Piano strategico che, avendo presente i punti di debolezza faccia leva sugli altrettanti punti forza pure presenti. 

Basta citare la ricchezza del capitale umano qualificato, spesso costretto a lasciare la nostra terra, le bellezze naturali dei nostri territori, il patrimonio artistico e culturale, la tipicità di tanti prodotti, l’artigianato le piccole imprese, tradizionale e quelle innovative messe in campo da tanti giovani, il tasso di innovazione e di qualità prodotto dai nostri atenei e centri di ricerca, la posizione strategica della città di Napoli e Salerno nel traffico di persone e merci, la potenzia­lità di rigenerazione e trasformazione urbana di parti di territorio, la forte vocazione turistica di tutto il territorio della Regione. Occorre fare sinergia e innovazione, attirare risorse pubbliche e private, pensare ad un “nuovo inizio”. Ora, forse, all’uscita dal tunnel questa può essere una luce capace di far coagulare tante risorse umane in uno sforzo di proposte, pensiero ed azioni necessarie a tracciare nuove strade. 

La regia coordinata delle istituzioni: Governo, Regione e dei Comuni campani saranno fonda­mentali. Se questa, come l’hanno definita tanti capi di stato, è la più grave crisi mondiale dal dopoguer­ra occorrono uno sforzo e una capacità di intervento all’altezza della gravità della situazione. Ma questo non basterà, sarà necessario sempre più e meglio includere in una nuova fase di progettazione le migliori risorse e competenze che abbiamo. Tutto questo non sarà possibile senza il peculiare apporto delle donne, del loro approccio, del loro punto di vista essenziale e cruciale così come lo è stato nei periodi della ricostruzione del nostro paese. Le donne spesso hanno posto il tema di uno sviluppo sostenibile delle città e dei territori, senza fughe all’indietro, anzi spingendo di più sull’innovazione orientata a coniugare sviluppo e be­nessere sociale delle comunità, crescita del PIL, ma anche valutazione dell’ indice di sviluppo umano. Hanno espresso leaderships fatte di condivisione e di lavoro di rete. Hanno saputo esercitare il potere coniugandolo alla responsabilità. Hanno orientato l’amministrazione e il governo interpretando la filosofia della cura, come solo le donne sanno fare e, come hanno dimostrato, ovunque, in questi terribili giorni. Questi punti di vista, questi orientamenti, queste visioni, presenti nella cultura delle donne, non possono mancare in una fase di ricostruzione, dalle piccole alle grandi cose. Spesso, però, le donne, pur essendo presenti in talenti e competenze, non sono loro a riuscire ad indicare le direttrici dello sviluppo e a definire le scelte. 

Le donne, più volte, hanno proposto percorsi, ipotesi di lavoro, sperimentazioni che hanno rag­giunto risultati interessanti. In questa fase è importante che le donne impegnate nelle istituzioni e nei vari comparti della società campana, si mettano in gioco e costruiscano reti con le altre donne dei saperi, delle competenze, del talento, del pensiero e si rivolgano agli uomini che operano nelle istituzioni perchè venga gestita questa fase con l’apporto fondamentale del pensiero delle donne. Questa crisi globale, scatenata dal Coronavirus, segnala più che mai l’urgenza di un cambia­mento epocale, a cui le donne possono e devono dare un contributo essenziale, col giusto riconoscimento del patrimonio di competenze femminili. Ci rivolgiamo al presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, ai Sindaci della Cam­pania e agli esponenti delle forze politiche, sociali, imprenditoriali della cultura, della scuola e della ricerca, sottolineando che i tempi sono maturi ed indifferibili per un rinnovato e forte protagonismo delle donne. Quindi, chiediamo che nella fase di ripartenza, si colga l’occasione per allestire cabine di regia o strumenti analoghi con un forte tasso di partecipazione femminile che renda protagonisti i talenti, le competenze, la cultura delle donne, il pensiero femminile: “l’altro sguardo sul mondo”. Questa crisi crei l’occasione per attingere risorse e forza innovativa dalle proposte, dalle spe­rimentazioni e dalle buone pratiche delle donne. Ne abbiamo tutti bisogno».

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