Estorsioni al mercato ortofrutticolo di Fondi, 5 arresti nella famiglia D’Alterio

di Redazione

 I carabinieri del comando provinciale di Latina hanno dato esecuzione tra Fondi (Latina), Pontecorvo (Frosinone) e Caivano (Napoli), a cinque ordinanze di custodia cautelare (una in carcere e quattro ai domiciliari) nei confronti di indagati ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di estorsione ed illecita concorrenza con minaccia o violenza, commessi con l’aggravante del metodo mafioso. Si è anche proceduto al sequestro preventivo delle quote di due società di trasporto, la “Anna Trasporti srl” e la “D’Alterio Trasporti srls”. In carcere Giuseppe D’Alterio, alias “Peppe o marocchino”, 64enne originario di Minturno e residente a Fondi; agli arresti domiciliari Giovanni D’Alterio, 58 anni, originario di Minturno e residente a Pontecorvo; Luigi D’Alterio, 44enne originario di Minturno e residente a Fondi; Crescenzo Pinto, 39enne di Fondi; Domenico Russo, 33enne di Caivano.

I provvedimenti sono scaturiti da un’articolata attività d’indagine convenzionalmente denominata “Aleppo 2”, avviata sulla scorta di nuovi elementi emersi successivamente all’omonima operazione (culminata nell’esecuzione di 8 ordinanze di custodia cautelare in data 13 settembre 2018) che aveva comprovato il condizionamento ambientale imposto con metodo mafioso dalla famiglia D’Alterio sull’indotto del M.O.F. (Mercato Ortofrutticolo di Fondi), ottenuto grazie anche a radicati collegamenti con i clan camorristici casertani. Le nuove investigazioni hanno infatti consentito di acclarare che gli indagati, nonostante i provvedimenti coercitivi, avevano continuato esercitare mediante intimidazioni il controllo del mercato.

In particolare, le indagini hanno consentito di accertare che il gruppo familiare capeggiato da Giuseppe D’Alterio: A seguito del sequestro preventivo de “La Suprema srl”, ditta precedentemente utilizzata per imporre un regime monopolistico nei trasporti del M.O.F., aveva avviato una campagna minatoria tesa ad estromettere dal mercato la ditta in amministrazione giudiziaria, ostacolandone l’attività imprenditoriale e minacciando gli autotrasportatori che entravano in rapporti commerciali  con l’amministratore giudiziario; ha esercitato un potere intimidatorio di tipo mafioso al fine di monopolizzare i trasporti da e per il M.O.F., in particolare nella tratte della Sardegna e per Torino, imponendo una vera e propria “provvigione” (5 euro a pedana) per i movimenti effettuati dalle altre ditte; aveva costituito una nuova ditta, denominata “Anna Trasporti Srl”, fittiziamente amministrata da prestanome ma di fatto gestita dal Giuseppe D’Alterio, benché all’epoca ancora sottoposto agli arresti domiciliari, con la quale si stava gradualmente assicurando il controllo delle stesse fette di mercato già appannaggio della “La Suprema srl”, già sottoposta a sequestro. IN ALTO IL VIDEO

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