Frode fiscale nelle gare di rally: 19 indagati, sequestro beni per 5 milioni

di Redazione

 I finanzieri della compagnia di Erba, coordinati dal sostituto procuratore di Como, Giuseppe Rose, a conclusione di due verifiche fiscali nei confronti di altrettante società con sede nell’erbese e operanti nel campo delle sponsorizzazioni sportive, hanno rilevato una frode fiscale di oltre 12 milioni di euro realizzata attraverso l’emissione e l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti da parte di 15 società, molte delle quali “cartiere” in quanto prive di struttura imprenditoriale e commerciale.

Il meccanismo fraudolento ha visto protagonisti i tre principali soggetti giuridici operanti nel settore delle gare automobilistiche ovvero le scuderie automobilistiche, gli sponsor e le società di promozione pubblicitaria, organizzazione e realizzazione di manifestazioni sportive, attraverso la vendita e l’acquisto di spazi pubblicitari da cui le scuderie ricavano il denaro necessario per competere. In particolare, le scuderie di rally, per abbattere il proprio reddito e l’Iva a debito derivanti dalla cessione di spazi pubblicitari e dal noleggio di autovetture, utilizzavano fatture per operazioni inesistenti emesse da società cartiere create ad hoc per facilitare l’evasione fiscale milionaria.

Le indagini finanziarie effettuate sui conti correnti intestati alle società coinvolte e ai rispettivi rappresentanti legali hanno confermato l’impianto accusatorio in quanto, a fronte dei bonifici effettuati per giustificare il pagamento delle fatture false, venivano effettuati prelievi di denaro contante finalizzati ad un’immediata restituzione delle somme trasferite al netto di una percentuale che variava dall’1% al 20%, nonché versamenti su innumerevoli carte di credito prepagate intestate a prestanome. Le indagini hanno consentito la segnalazione all’autorità giudiziaria locale di 19 soggetti di nazionalità italiana, operanti nel campo delle sponsorizzazioni e del noleggio auto residenti nelle province di Como, Milano, Brescia, Lecco, Novara, Reggio Emilia e Roma, sedi anche delle “cartiere” interessate, per i reati di emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti nonché di omessa dichiarazione previsti dal decreto legislativo 74/2000.

Il gip di Como, sul richiesta del pm, ha disposto il sequestro preventivo dei conti correnti e dei beni mobili e immobili degli indagati fino alla concorrenza di 5,2 milioni di euro (coincidente con l’imposta complessivamente evasa all’Erario) già eseguito dalle Fiamme gialle erbesi. IN ALTO IL VIDEO

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