Teverola, commissione sismica. Di Matteo critico sulle nomine di “forestieri”

di Redazione

E’ critico il gruppo consiliare di “Teverola Città Fertile”, guidato da Dario Di Matteo, sulla nomina, avvenuta ieri con apposito decreto sindacale, della commissione sismica (che era ferma da sette mesi, ndr.), a seguito di un nuovo avviso di pochi giorni con il quale sono stati riaperti i termini per le candidature dei tecnici.

“Sotto il profilo tecnico – spiega Di Matteo – va osservato che il vecchio regolamento richiamato nel decreto non prevede le nuove figure del geologo e del geometra e quindi andava prima modificato con le nuove aliquote di ripartizione dei proventi. Sotto il profilo della valutazione politica, c’è da dire che il nuovo avviso proposto per pochi giorni forse è servito solo a registrare nuove candidature che, guarda caso, sono risultate quelle dei vincitori”.

Nella rosa dei nomi figurano un tecnico consigliere comunale ad Aversa (“Di facile intuizione l’estrazione politica e di conseguenza l’ingerenza”, sostiene Di Matteo), un tecnico dei paesi atellani (“Anche qui il collegamento è noto”, secondo l’ex sindaco), e due tecnici (uno di Carinaro) “amici – sottolinea Di Matteo – del conte di via Cavour che, in maniera gattopardesca, interpreta al meglio, come nel suo stile, la teoria ‘bisogna cambiare tutto per non cambiare niente’”. “Almeno noi – continua Di Matteo – avevamo il brutto vizio di sbagliare, ma cercando di scegliere tra i professionisti di Teverola. O forse si ritiene che nella nostra città non ci siano tecnici all’altezza? Certo, il fattore territorialità avrebbe avuto meno importanza se l’unica discriminante fosse stata la competenza. E invece, come si dice, ‘a pensar male è peccato ma molte volte si indovina’”.

“Accusavano la passata amministrazione – conclude il leader di Città Fertile – di gestione clientelare e poi, guarda un po’, la commissione sismica viene bloccata perché forse al primo avviso del 3 dicembre 2018 mancavano le nuove istanze desiderate? L’imparzialità e l’autonomia delle scelte, tra padrini e padroni, evidentemente si sono perse nei meandri degli accordi”.

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