Camorra, condannato l’architetto che progettò la casa-bunker del boss Zagaria

di Redazione

Bisognerà attendere novanta giorni per leggere nella motivazione della sentenza, emessa dal giudice del tribunale di Napoli Nord, Eleonora Pacchiarini, quali sono state le principali accuse, tra i vari episodi contestati, che hanno portato alla condanna a 7 anni, per concorso esterno al clan dei casalesi, dell’architetto Domenico Carmine Nocera, di Casapesenna, residente a Caserta.

È accusato dal collaboratore di giustizia Generoso Restina di aver progettato “il nascondiglio-fortino” di nuova generazione a Casapesenna, in via Santagata, dove il boss Michele Zagaria si sarebbe nascosto dal maggio 2005 al luglio 2008, durante la sua latitanza, e di aver predisposto i contratti di locazione delle abitazioni con incontri avvenuti presso il suo studio con esponenti del clan camorristico. Abitazioni usate come nascondigli in cui l’ex superlatitante della camorra casertana arrestato il 7 dicembre del 2011 nell’altra casa-bunker di vico Mascagni, a Casapesenna.

Il pm aveva chiesto la condanna a 10 anni di reclusione ai giudici. Gli avvocati difensori Claudio Botti e Alessandro Barbieri avevano, invece, chiesto l’assoluzione. I giudici hanno concesso le attenuanti generiche condannando il professionista di Caserta a 7 anni di reclusione. Ora si apre la partita dell’Appello, dopo il deposito della motivazione.

Nocera, attualmente libero, difeso dagli avvocati Claudio Botti e Alessandro Barbieri, in passato ha avuto incarichi in diversi comuni campani come Amalfi, Recale, Piedimonte Matese e anche laziali come Cisterna di Latina e nella stessa Capitale per alcuni lavori ristrutturazione in diverse scuole romane. Recentemente, inoltre,  è stato coinvolto nell’inchiesta per la costruzione del parcheggio di via San Carlo a Caserta e e qualche tempo fa il Pd chiese ufficialmente la revoca di alcuni incarichi affidati da enti pubblici all’architetto.

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