Camorra, colpo al clan Di Lauro: 13 arresti, anche nella Vanella Grassi

di Redazione

 I carabinieri del Ros e del reparto operativo di Napoli hanno eseguito 13 ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di indagati ritenuti affiliati al clan Di Lauro e soggetti appartenenti a clan alleati come Vanella Grassi, che avrebbero commesso delitti per conto dei Di Lauro. L’ordinanza è stata emessa dal gip di Napoli, in seguito ad indagini della Dda.

Le attività di indagine – fondate su dichiarazioni di collaboratori di giustizia, intercettazioni e riscontri – hanno consentito di ricostruire l’organigramma del clan attuale e, soprattutto, l’evoluzione del ruolo di Marco Di Lauro, catturato il 2 marzo scorso dopo quasi quindici anni di latitanza, nonché l’articolazione militare ed in parte economica, con il riciclaggio dei proventi illeciti.

Più volte guarda l’arma da guerra che ha, la maneggia, poi la carica e scarica. Guarda ogni auto che passa, e chi è al volante già sa che se passa davanti casa del boss Salvatore Di Lauro non deve né accelerare troppo, né rallentare troppo. Lui è lì a fare la guardia armata, come un militare davanti a un obiettivo sensibile. E’ Salvatore Aldo ad avere il compito di proteggere la vita e i beni di Salvatore, detto ‘il terremoto’, figlio del capoclan Paolo Di Lauro, fratello di Cosimo, Marco, Antonio, e Nunzio, la dinastia criminale che negli anni ha prima conquistano Mugnano, poi i quartieri di Napoli di Secondigliano e Scampia, fino a cedere spazio agli scissionisti del clan Amato-Pagano nella feroce faida del 2004-2005 in cui furono uccise quasi 90 persone in meno di sette mesi.

Da qualche tempo però il clan è tornato in auge perché i fratelli Di Lauro, ad eccezione di Cosimo in carcere dal 2005 e Marco preso a marzo scorso dopo 15 anni di latitanza, sono tutti liberi. E come fece il padre, così hanno fatto loro: hanno cercato di stare in silenzio e fare affari. Così una telecamera dei Ros dei carabinieri inquadra Salvatore Aldo (anche lui arrestato nella retata di questa notte che ha portato in carcere 13 persone delle 15 destinatarie di misura cautelare) maneggiare una mitraglietta Uzi; è davanti alla casa del boss nel rione dei Fiori a Secondigliano, meglio conosciuto come ‘il terzo mondo’, un dedalo di vicoli che ricordano tanto il centro antico di Napoli ma che invece nascondono a ogni angolo piazze di eroina, kobret, e hashish. Solo in quella zona, quindi senza Scampia e la Vanella Grassi, i guadagni sono di circa un milione di euro al mese, tra spaccio ed estorsioni.

Si tratta, fa sapere il Ros, dello sviluppo e dell’attualizzazione di precedenti indagini, svolte negli scorsi anni ed in parte già definite con processi e sentenze, che confermano l’attuale operatività del clan e la sua capacità di influenzare le dinamiche della camorra d’area, spesso intervenendo attraverso gruppi satelliti o alleati. E’ la dimostrazione, sottolineano i carabinieri, “della capacità dei Di Lauro di diventare un gruppo con forti proiezioni internazionali che ha scelto di diversificare i settori di interesse, senza abbandonare il traffico di stupefacenti ma privilegiando i propri originari interessi in materia di prodotti a marchio contraffatto ed il contrabbando”.

In questo modo il clan si è potuto dedicare al reimpiego della fortuna accumulata in tanti anni di camorra, in affari leciti ovvero in affari illeciti a bassa intensità, ritornando in qualche modo alle origini, sulle orme dei traffici di Paolo Di Lauro prima dell’esplosione del business delle piazze di spaccio dell’area nord di Napoli, peraltro da tempo ormai in mano ad altre consorterie. In questa gestione poco appariscente sul piano militare, ma che non esclude il ricorso mirato alla violenza, come dimostra l’agguato ai danni di Pasquale Spinelli nel 2012, emergono figure come quella di Salvatore Di Lauro e di Salvatore Tamburrino, ed altri soggetti che hanno creato un reticolo di interessi illeciti non facilmente riconducibili alla consorteria, che vanno dal welfare criminale sino ai variegati affari criminali e, soprattutto, una straordinaria ragnatela di appoggi che ha consentito, sino a tre mesi fa, di sostenere il peso di una latitanza ultradecennale come quella di Marco Di Lauro.

E’ scattata la custodia cautelare in carcere per: Marco Di Lauro, Salvatore Di Lauro, Salvatore Tamburrino, Vincenzo Gatta, Antonio Silvestro, Vincenzo Flaminio, Antonio Montanino Salvatore Aldo. Per l’agguato a Spinelli e il ferimento di Gaetano Todisco, Ciro Silvestro e Gennaro Siviero, arrestati: Antonio Mennetta, Roberto Manganiello, Giuseppe Gervasio, Francesco Barone. Accusato di concorso asterno al clan Di Lauro Antonio Puzone.

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