Casapesenna, la Cassazione scarcera i fratelli imprenditori Antonio e Nicola Diana

di Redazione

La Corte di Cassazione ha annullato l’ordinanza di custodia cautelare, agli arresti domiciliari, per i fratelli Antonio e Nicola Diana, imprenditori del settore dei rifiuti, originari di Casapesenna e titolari della Erreplast di Gricignano. Da ieri sera sono liberi dopo quattro mesi di arresti in casa. Stesso provvedimento anche per Armando Diana, zio dei due fratelli Diana che fu arrestato nella stessa occasione, lo scorso 15 gennaio.

I tre imprenditori erano accusati, anche per le rivelazioni di alcuni collaboratori di giustizia, di concorso esterno in associazione camorristica per aver “stretto un patto criminale” con il boss Michele Zagaria, catturato nel 2011 dopo 15 anni di latitanza. La vicenda fece scalpore, perché Antonio e Nicola Diana, oltre ad essere figli di una vittima di camorra (il padre Mario Diana, fratello di Armando, fu ucciso nella piazza di Casapesenna il 26 giugno del 1985, quando aveva appena 49 anni, per aver difeso la sua attività) avevano dell’impegno antimafia un tratto distintivo della loro attività imprenditoriale e sociale, tanto da dar vita alla “Fondazione Mario Diana” che ha lo scopo di creare opportunità lavorative per i giovani del territorio.

Nell’attesa di conoscere le motivazioni della Cassazione, mercoledì 5 giugno  sarà discusso anche il ricorso per il dissequestro dei beni dei Diana, tra cui società di produzione e lavorazione materiali plastici (come la Erreplast e la Sri di Gricignano), società immobiliari, ditte di imballaggi, esercizi commerciali, società di vendita veicoli industriali, società agricole, dislocate nell’agro aversano e nelle città di Napoli e Milano.

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