Smaltimento illecito di vestiti infetti dei migranti: sequestrata nave Aquarius

di Redazione

All’esito di articolate indagini, i finanzieri del comando provinciale e della Sezione operativa navale di Catania, insieme al Servizio centrale investigazione criminalità organizzata (Scico), hanno proceduto all’esecuzione di un decreto di sequestro preventivo d’urgenza per un importo complessivo pari a circa 460mila euro corrispondente al profitto accertato rispetto ad un traffico illecito di rifiuti, nei confronti sia degli agenti marittimi G.F. e R.G. I., sia delle Ong “Medici senza frontiere – Operational Centre Belgium – Missione Italia”, “Medici senza frontiere – Operational Centre Amsterdam”, che di appartenenti a vario titolo a tali enti.

Contestualmente sono stati notificati dalla Guardia di finanza e dalla Squadra mobile di Catania, che hanno svolto lunghe e complesse indagini con servizi tecnici anche su bersagli telematici, avvisi di conclusione delle indagini preliminari nei confronti di 24 indagati. Il decreto di sequestro preventivo d’urgenza delle somme di denaro, che era stato disposto d’urgenza da questa Procura ed eseguito su somme in contanti rinvenute nei conti correnti di alcuni indagati incluse le due Ong, è stato convalidato dal gip di Catania, il quale ha anche disposto il sequestro preventivo della nave Ong “Aquarius” attualmente ormeggiata a Marsiglia, in Francia.

I soggetti coinvolti, a vario titolo, risultano aver sistematicamente condiviso, pianificato ed eseguito un progetto di illegale smaltimento di un ingente quantitativo di rifiuti pericolosi a rischio infettivo, sanitari e non, derivanti dalle attività di soccorso dei migranti a bordo delle navi Ong “Vos Prudence” (da marzo 2017 a luglio 2017) e “Aquarius” (dal gennaio 2017 al maggio 2018) e conferiti in modo indifferenziato, unitamente ai rifiuti solidi urbani, in occasione di scali tecnici e sbarco di migranti nei porti di Catania, Augusta (Siracusa), Pozzallo (Ragusa), Trapani, Messina, Palermo nonché in altri porti italiani. In particolare dalle indagini emergeva che gli appartenenti alle Ong concordavano con gli agenti marittimi di smaltire sistematicamente rifiuti speciali sanitari pericolosi a rischio infettivo, sanitari e non, derivati dall’attività di soccorso dei migranti a bordo della nave Aquarius, classificandoli fraudolentemente come rifiuti speciali e conferendoli in modo indifferenziato insieme ai rifiuti solidi urbani.

Nello specifico, gli indagati qualificavano, conferivano e smaltivano fraudolentemente, in modo indifferenziato, i rifiuti derivati dall’attività di salvataggio in mare (gli indumenti contaminati indossati dagli extracomunitari, gli scarti degli alimenti somministrati agli stessi, nonché, i rifiuti sanitari infettivi utilizzati a bordo per l’assistenza medica) eludendo i rigidi trattamenti imposti dalla loro natura infettiva (in ragione della quale gli stessi andavano classificati come pericolosi, sanitari e non, ad alto rischio infettivo). Dalle indagini emergeva la consapevolezza da parte degli indagati della pericolosità degli indumenti indossati dai migranti, in quanto fonte di trasmissione di virus o agenti patogeni contratti durante il viaggio, come emergeva tra l’altro anche dai Sar Report Rescues in relazione alle condizioni sanitarie dei migranti assistiti a bordo dell’Acquarius (ove si segnalano frequenti casi di scabbia, Hiv, infezioni del tratto respiratorio quali tubercolosi, meningite).

L’illecita attività di smaltimento dei rifiuti pericolosi veniva accertata con riguardo a 37 sbarchi dell’Aquarius e 7 sbarchi della nave Vos Prudence, per un quantitativo complessivo di circa 24 mila chilogrammi di rifiuti pericolosi, con il conseguimento di un indebito risparmio di costi per la Ong pari al profitto sequestrato di circa 460 mila euro. Il compendio indiziario è stato acquisito attraverso l’effettuazione di intercettazioni telefoniche, telematiche, ambientali e video, nonché l’analisi di documentazione marittima, sanitaria e commerciale relativa ai citati sbarchi e gli scali tecnici delle navi Ong produttrici di rifiuti.

In particolare, per ogni sbarco e scalo tecnico: il comandante della nave trasmette alle autorità marittime e all’agenzia marittima raccomandataria – 24 ore prima dell’approdo – un modulo di notifica con l’indicazione della categoria e dei quantitativi di rifiuti da conferire; in ragione della tipologia dei rifiuti da sbarcare, il gestore dell’impianto portuale organizza il servizio di raccolta; al termine delle operazioni, l’operatore ecologico consegna al comandante o suo preposto il “buono di servizio giornaliero”, valido come ricevuta di effettiva consegna della tipologia e dei quantitativi di rifiuti dichiarati; la ditta portuale concessionaria del servizio di smaltimento prende in carica i rifiuti (registro di carico e scarico); durante il trasporto in discarica i rifiuti sono accompagnati dal formulario di identificazione rifiuti (Fir).

Dalle indagini emergeva che in occasione di tutti gli sbarchi lo smaltimento dei rifiuti era realizzato per il tramite della M.S.A. di G. che nei porti diversi da Augusta si avvaleva di propri sub-agenti, senza mai dichiarare la presenza di rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo derivanti dagli scarti degli alimenti e dagli indumenti indossati dai migranti, seppur in presenza di numerosi e documentati casi di malattie registrate dai vari Uffici di Sanità Marittima siciliani e del Sud-Italia intervenuti al momento dell’arrivo dei migranti nei porti italiani. Infatti, nel periodo gennaio 2017 – maggio 2018 venivano rilevati n. 5.088 casi sanitari a rischio infettivo (scabbia, meningite, tubercolosi, Aids e sifilide) su 21.326 migranti sbarcati. L’accordo criminoso concluso tra gli appartenenti alle Ong e l’agenzia marittima di G.F. consentiva da un lato alle stesse Ong di realizzare notevoli risparmi di spesa per lo smaltimento dei rifiuti pericolosi, dall’altro allo stesso G. di offrire un servizio di smaltimento a prezzi concorrenziali grazie al quale triplicava il suo giro d’affari passato dai 45 mila euro del 2014 ai 140mila euro del 2016.

Altrettanto determinante è risultato il contributo di R.G.I. il quale, attraverso la sua società, si è occupato a Catania, per conto della Msa di G., della intermediazione al ritiro dei rifiuti di bordo tra i comandanti delle navi Vos Prudence e Acquarius e la società cooperativa “La Portuale II” – amministrata dal padre M.R. – aggiudicataria del servizio di raccolta rifiuti all’interno del porto di Catania.

Al fine di riscontrare il già grave quadro indiziario, le Fiamme gialle etnee, il 10 maggio 2018, al termine dello sbarco di 105 migranti dall’Aquarius, verificavano e sottoponevano a sequestro il carico di rifiuti appena trasbordato dalla nave e trasportato da un autocarro compattatore diretto presso il deposito della società cooperativa “La Portuale II”. In tale circostanza si accertava che tra i 15 metri cubi di rifiuti dichiarati dal Comandante dell’Aquarius quali rifiuti alimentari e speciali indifferenziati (carta e plastica), erano presenti 2 metri cubi (80 chili) di rifiuti pericolosi a rischio infettivo consistenti in indumenti dismessi dai migranti potenzialmente contaminati da virus ed altri agenti patogeni, nonché rifiuti sanitari a rischio infettivo derivanti dall’attività di assistenza medico-sanitaria prestata a bordo ai migranti.

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