Aversa, il Puc e il destino delle “Zone G”

di Nicola Rosselli

“Puc, la colla che tiene insieme gli amministratori aversani”. All’origine era civica di Aversa, poi è diventata arcobaleno, ma non si è sciolta. Gli interessi in gioco sono tanti, personali, di presunto prestigio, ma anche economico-finanziari. L’amministrazione guidata dal sindaco Enrico De Cristofaro (alla cui campagna elettorale ha preso parte la stragrande parte dell’imprenditoria aversana, come le presenze nelle occasioni pubbliche in quella fase hanno dimostrato) deve approvare il Puc, uno strumento che dovrebbe cambiare in meglio le sorti della città, ma l’impressione è che potrebbe cambiare n meglio le sorti (patrimoniali) dei soliti noti che da anni fanno e disfanno la politica cittadina, al di là di simboli e ideologie, che piegano al loro volere.

In gioco non le sorti della Texas (che sembra essere stata messa volontariamente nel  dimenticatoio, nella speranza che qualche sentenza docile o il tempo facciano il proprio corso), della Maddalena (che si accende e si spegne negli interessi di De Cristofaro & soci come una lucciola, un giorno si e l’altro no), del Saporito (trasformato in carcere nell’ignavia più assoluta e sottratto nuovamente alla città per insipienza e incapacità dei politici nostrani a tutti i livelli) i cui destini potrebbero, quelli si, cambiare le sorti della città che potrebbe essere ridisegnata, ma quei pochi metri quadrati di verde che ancora resistono alle spalle dell’ippodromo Cirigliano, dove, oramai è costruito ovunque in maniera più o meno legittima. In gioco, dunque, quelle che, se non andiamo errati, gli esperti chiamano ‘Zone G’, quelle zone che potrebbero essere oggetto di intervento per realizzare strutture di pubblica utilità in campo sanitario, di culto, della mobilità e così via.

Quelle zone G, stante, oramai, la saturazione dei vani per civili abitazioni, rischiano di vedersi oggetto di tutti gli appetiti dei noti palazzinari aversani con colate di cemento che cancellerebbero quello che oggi, sulla carta, potrebbe diventare un parco urbano e creare un minimo di cuscinetto tra Aversa e Giugliano, scongiurando quella colata di cemento che tutti a parole dicono di non volere, ma alla quale molti stanno pensando sfregandosi le mani.

A salvarci potrebbe essere, paradossalmente, il dilettantismo dell’amministrazione De Cristofaro che sta accumulando enormi ritardi nell’iter previsto e che potrebbe causare l’arrivo di un commissario ad acta se per gennaio non si vedranno risultati concreti (salvo ulteriori proroghe). Quello che dispiacerebbe, in questo caso, è che la volontà degli aversani verrebbe espressa da un burocrate, seppure tecnico. A proposito di partecipazione, infine, ci dispiace smentire i proclami dell’assessora all’Urbanistica Gilda Emanuele. Grazie anche al pochissimo preavviso, al consiglio comunale aperto sul Puc erano presenti poche decine di cittadini, ma, quello che più scoraggia e delude, meno di una decina di consiglieri comunali. L’amministrazione vuole effettivamente il coinvolgimento della città? Crediamo proprio di no. Crediamo preferisca decidere (se non si è già addirittura decidere) in proprio.

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