Latina, primario sospeso: utilizzava ospedale per interventi privati

di Redazione

I carabinieri del Nas di Latina, nell’ambito di articolata attività investigativa, hanno notificato il provvedimento cautelare personale della “sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio”, emesso dal gip del Tribunale, nei confronti di un primario dell’Uoc di Neurochirurgia di una locale struttura sanitaria. Il provvedimento cautelare ha disposto l’allontanamento dall’attività lavorativa del sanitario per un periodo di 12 mesi, al fine di impedire eventuali ingerenze nelle indagini o l’inquinamento delle fonti di prova.

Le investigazioni, iniziate nel febbraio 2017, grazie anche al ricorso ad attività tecniche di intercettazione audio/video, hanno fatto emergere molteplici condotte illecite di natura penale (compatibili con le ipotesi di reato di peculato, truffa, abuso d’ufficio e rivelazione di segreti d’ufficio) che hanno riguardato, in primis, l’attività medica che il professionista svolgeva, in modo illecito, al Reparto di Neurochirurgia e in altre strutture sanitarie private.

Nello specifico, in violazione del contratto di esclusività che lo vincolava alla Asl di Latina (per il quale percepiva un incremento stipendiale), effettuava visite specialistiche ed interventi in studi medici privati della provincia. Sotto la lente degli investigatori, inoltre, è finito anche l’utilizzo irregolare e utilitaristico della struttura pubblica da parte del sanitario. La sua preferenza all’esercizio dell’attività operatoria libero professionale intramoenia (da cui discendeva un evidente vantaggio economico) è finita per andare a discapito dei pazienti inseriti nella pubblica lista di attesa ovvero di quelli ricoverati in reparto, le cui dimissioni in tempi brevi poteva anche servire per far posto ai pazienti privati del sanitario.

Il medico, inoltre, nella sua qualità di componente della commissione di un concorso pubblico per titoli ed esami indetto dall’Asl di Latina (finalizzato alla formazione di una graduatoria di dirigenti medici a tempo determinato nella Disciplina di Neurochirurgia), aveva pianificato e poi attuato, unitamente a tre dei suoi collaboratori medici neurochirurghi già in servizio presso lo stesso reparto, una particolare strategia finalizzata a favorirli nelle fasi concorsuali per la formazione della graduatoria finale, naturalmente a detrimento di altri concorrenti. In particolare, ha assunto significativo rilievo il fatto che il sanitario sia arrivato a fornire anticipatamente ai propri collaboratori le domande a cui i tre, nelle successive prove da sostenere, avrebbero dovuto rispondere.

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