Uova contaminate, due casi positivi in Italia

di Redazione

Due casi “positivi” di uova contaminate sono stati segnalati in Italia. La notizia è stata diffusa dal ministero della Salute, secondo cui i due episodi sono emersi nell’ambito dei controlli degli Istituti zooprofilattici su 114 campioni esaminati per verificare la presenza dell’insetticida “fipronil”, oltre che sulle uova, su prodotti derivati e altri alimenti. Il fatto è stato segnalato alle Regioni e alle Asl competenti territorialmente.

“Il ministero della salute, in collaborazione con le autorità sanitarie regionali e il comando carabinieri per la tutela della salute – si legge in una nota – ha proseguito nella scorsa settimana un’intensa attività di monitoraggio su uova, prodotti derivati e alimenti che li contengono, sia di provenienza estera sia nazionale, per la ricerca di eventuali contaminazioni da fipronil”.

Ad oggi, sono stati effettuati “42 campionamenti conoscitivi dai Nas su prodotti trasformati contenenti uova o derivati, prelevati nei negozi e supermercati su disposizione del Ministero del 14/8; 181 campionamenti dalle Regioni, nell’ambito del Piano di ricerca su pollame, uova, derivati disposto dal Ministero il giorno 11/8; 60 campionamenti dagli Uffici periferici del Ministero della salute per gli adempimenti comunitari (Uvac), per merci provenienti dai Paesi interessati dall’allerta”.

Il ministero aggiunge che “sono stati inoltre gestiti, con segnalazioni alle autorità territoriali e attività di rintraccio, i sei messaggi sul sistema di allerta comunitario Rasff che riguardavano anche l’Italia. L’attività delle autorità sanitarie centrali e periferiche prosegue, anche alla luce di quanto concordato nel corso di una riunione di verifica e coordinamento”.

Coldretti: “Fare nomi aziende” – Fare i nomi delle aziende, pubblicare subito l’elenco dei prodotti coinvolti e togliere il segreto sulla destinazione finale di tutti gli alimenti importati, rendendo noti i flussi commerciali delle materie prime provenienti dall’estero. È quanto chiede il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo dal Meeting di Rimini, commentando l’annuncio del Ministero della Salute sui due campioni di uova risultati positivi al fipronil. “Di fronte alle emergenze sanitarie provenienti dall’estero che si ripetono nell’alimentare, occorre intervenire subito con la trasparenza dell’informazione per evitare allarmismi che danneggiano imprese e consumatori” precisa Moncalvo. La Coldiretti sottolinea che lo “scandalo delle uova contaminate con l’insetticida e commercializzate in Europa riguarda esclusivamente quelle importate dall’estero” e ricorda che le uova italiane possono essere riconosciute poiché è presente l’indicazione di origine su ogni guscio, “anche se – secondo Coldiretti – è necessario migliorarne la visibilità scrivendo chiaramente per esteso, anche sulle confezioni e sui cartoni, da dove arrivano”.

Come riconoscere le uova – Sul guscio delle uova di gallina, ricorda la Confederazione dei coltivatori diretti, c’è un codice che con il primo numero consente di risalire al tipo di allevamento (0 per biologico, 1 all’aperto, 2 a terra, 3 nelle gabbie), la seconda sigla indica il Paese d’origine (es. IT), seguono le indicazioni relative al codice Istat del Comune, alla sigla della Provincia e, infine il codice distintivo dell’allevatore. La produzione italiana di 12,9 miliardi di uova, prodotte da 41,6 milioni di galline in 1.600 allevamenti, “è sicura e in grado di soddisfare praticamente l’intero fabbisogno nazionale – spiega Coldiretti -, ma nonostante questo l’Italia ha importato dall’Olanda 610mila chili di uova in guscio di gallina nei primi cinque mesi del 2017 ai quali si aggiungono 648mila chili di derivati, mentre non sono quantificabili gli alimenti venduti come paste e dolci realizzati con le uova a rischio”.

Nel resto d’Europa – Dai primi giorni di agosto in tutta Europa prosegue il monitoraggio su uova, prodotti derivati e alimenti che li contengono. In Italia, ad oggi, sono stati fatti circa 280 campionamenti su prodotti trasformati contenenti uova o derivati, prelevati nei negozi e supermercati da parte dei carabinieri del Nas, delle Regioni e del Ministero della Salute. In Francia 17 tipi di gaufres (cialde), di origine olandese e in buona parte vendute con marchi della grande distribuzione, sono state ritirate dal mercato, insieme ad altri prodotti. Oltralpe sono risultati coinvolti nello scandalo 14 imprese di trasformazione e 40 grossisti, tutti importatori di uova e ovo-prodotti da Belgio e Olanda, Paese quest’ultimo da cui è partito lo scandalo. Inoltre il Ministero dell’Agricoltura francese sta pubblicando i nomi degli alimenti sequestrati, così come chiesto in Italia dalla Coldiretti. Gli elenchi sono due: uno comprende i prodotti con una concentrazione di fipronil superiore al valore limite, ma che non costituiscono un rischio immediato per la salute; l’altro elenco include i prodotti in cui il livello di insetticida è talmente alto da porre rischi immediati per la salute. Ad oggi, comunica il Ministero, nessun caso di questo tipo è stato registrato in Francia.

In Germania è guerra di cifre: secondo alcuni media locali le uova potenzialmente contaminate sarebbero oltre 28 milioni nella sola regione della Bassa Sassonia, al confine con l’Olanda. Il ministro dell’Agricoltura della regione, il Verde Christian Meyer, ha rilanciato parlando di oltre 35 milioni di pezzi. Ma per il governo tedesco 10,7 milioni resta la stima ufficiale dei casi di uova effettivamente contaminate. In Olanda i giudici hanno confermato l’arresto per i due manager della società Chickfriend, sospettati di essere all’origine del caso. In Ungheria è scattato il sequestro di una partita di ovoprodotti surgelati destinata al circuito della ristorazione. Stessa misura è stata presa dalle autorità spagnole. Nessuna traccia di fipronil invece nelle carni delle galline in Belgio, secondo l’Agenzia per la sicurezza alimentare Afsca.

Cos’è il fipronil – Il fipronil (o fluocianobenpirazolo) è un insetticida comunemente usato contro pulci, acari e zecche negli animali da compagnia, ma è vietato in animali destinati alla catena alimentare, come appunto i polli. Risulta altamente tossico per topi, api, conigli e alcune specie di uccelli. L’Organizzazione Mondiale della Sanità lo considera “moderatamente tossico” per l’uomo. L’esposizione all’insetticida può dare nausea, vomito, dolore addominale e crisi epilettiche. Se consumato in grandi quantità può causare danni ai reni, al fegato e alla tiroide. E lo scandalo non si fermerà solo alle uova. “Si teme che le uova al fipronil possano rimanere a lungo nella catena alimentare, dopo essere finiti in prodotti trasformati come torte, paste, pane”, ha detto Christian Meyer, ministro della Sanità della Bassa Sassonia. La contaminazione è infatti stabile, ciò significa che la tossicità non viene distrutta dal calore. Gli esperti sono però concordi che i rischi per la salute sono molto bassi, perché gli effetti da intossicazione si verificano solo nel caso di esposizioni ad alte dosi. I sintomi sono reversibili, una volta terminata l’esposizione. La sostanza si assorbe lentamente attraverso l’intestino. Non è noto un antidoto specifico.

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