Ercolano, Primarie Pd e africani al voto: indagine della Procura

di Redazione

La Procura apre un’indagine conoscitiva sul caso degli immigrati al voto per le primarie a Ercolano. Il pool coordinato dal procuratore aggiunto Alfonso D’Avino si prepara ad acquisire l’intervista video realizzata da Fanpage a un immigrato ospite nel centro di accoglienza San Vito.

“Quelli del centro ci hanno detto di andare a votare, nessuno di noi sapeva perché. Ci hanno portati al seggio con l’auto del centro di accoglienza, un po’ per volta. Ha votato una sessantina di noi. Hanno detto che per noi migranti era importante votare. Io l’ho fatto perché ho sperato che mi aiutasse a ottenere il permesso di soggiorno”, ha detto il giovane intervistato, il cui volto nelle immagini era stato oscurato. Al momento il fascicolo non prevede indagati né ipotesi di reato. I magistrati vogliono però capire se nel racconto siano ravvisabili eventuali illeciti.

Getta acqua sul fuoco il sindaco Ciro Buonajuto secondo il quale è “vergognoso” strumentalizzare il voto di immigrati che “in possesso di permesso di soggiorno temporaneo, possono esercitare quel diritto di voto a tutti gli effetti. Renzi non è stato eletto grazie al voto degli immigrati. Erano circa trenta su 5mila a Ercolano e io sono orgoglioso che abbiano votato perché probabilmente nel loro paese non ne hanno mai avuto la possibilità”.

“Le operazioni si sono svolte nella massima trasparenza” sottolinea il segretario del locale circolo Pd, Piero Sabbarese “le regole ci imponevano di garantire le operazioni di voto anche agli extracomunitari così come da regolamento. Infatti l’avvenuta registrazione attesta la regolarità della posizione dell’elettore. In questo caso, come in altri, non consentire le operazioni di voto a tutti gli elettori avrebbe comportato la violazione delle norme che regolano le primarie. In barba allo spirito democratico di questa comunità”.

Salvatore Filosa, coordinatore della cooperativa L’Impronta che gestisce il centro di accoglienza a Ercolano dice: “La cooperativa è molto estranea a questa storia e non ha colore politico. Anzi, essendo una famiglia di circa 70 operatori ognuno può professare la propria libertà politica. Se avessi voluto favorire il Pd, avrei portato tutti e 96 immigrati a votare. Piuttosto è per noi importante che gli immigrati collaborino alle iniziative che vengono promosse sul territorio”.

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