Droga sull’asse Marocco-Spagna-Sardegna: 6 arresti

di Redazione

Dopo oltre un anno di indagini, è giunta a termine un’operazione a contrasto del traffico internazionale di stupefacenti condotta dalla Guardia di Finanzia di Cagliari, sotto la direzione della Procura della Repubblica, che ha portato all’esecuzione di un’ordinanza applicativa di misure cautelari nei confronti di sei persone: cinque marocchini e un italiano di 45 anni.

I finanzieri del Gruppo investigativo criminalità organizzata del nucleo di polizia tributaria hanno smantellato un’organizzazione composta, in prevalenza, da marocchini e da ispanici, che, almeno dal 2014, è stata operativa lungo la direttrice Marocco-Spagna-Sardegna e che ha introdotto sull’isola ingenti quantitativi di droga, sia via mare che per via aerea: difatti, durante le indagini, nell’ambito di diversi controlli, sono stati complessivamente sequestrati 45 chili di sostanza stupefacente.

L’indagine ha mosso i primi passi a seguito di una specifica analisi di rischio condotta presso lo scalo aeroportuale di Elmas: l’attenzione degli investigatori veniva focalizzata su quattro soggetti di origine spagnola, i quali, simulando numerosi e frequenti visite alla città di Cagliari tra il 2014 e il 2015, operavano invece come veri e propri “corrieri della droga”: gli stessi sono stati scoperti e tratti in arresto nell’atto di trasportare “in corpore” cinque chili di ovuli di hashish, dall’elevato principio attivo, ingeriti poco prima di ciascun imbarco.

Di qui, l’avvio di indagini delegate dalla Direzione distrettuale antimafia di Cagliari, volte a ricostruire l’intera “rete” di compartecipi e di fiancheggiatori dell’organizzazione, dal carattere transnazionale. L’esame dei tabulati telefonici e le intercettazioni, unite ai tradizionali sistemi di investigazione, hanno permesso, così, di individuare, in breve tempo, tutti i responsabili dell’illecito traffico e di “tracciare” i flussi della droga e quelli del denaro utilizzato per il finanziamento delle “spedizioni”.

In particolare, è emerso che A.E.K., marocchino, 41 anni, di stanza in Marocco, era posto al vertice del sodalizio, nel suo ruolo di fornitore. Inoltre, le indagini finanziarie hanno permesso di risalire ai “prestanome” attraverso i quali sono stati effettuati i trasferimento di denaro a favore di “corrieri”.

Complessivamente, l’operazione ha portato all’arresto di sei persone in flagranza di reato (nei mesi di marzo e di giugno del 2016), cui si aggiungono quelli eseguiti oggi, a seguito dell’emissione di sei provvedimenti di custodia cautelare (tre in carcere e tre ai domiciliari).

In caso di condanna definitiva, in capo ai soggetti indagati si prospetta una pena non lieve: difatti, la Dda ha contestato – secondo le varie responsabilità – i reati di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti (reclusione non inferiore a venti anni) e di traffico e di detenzione di sostanze stupefacenti (che prevede la reclusione da due a sei anni). In aggiunta, è stata contestata anche l’aggravante della transnazionalità, che prevede aumenti di pena da un terzo alla metà, ove ricorrano (come nell’indagine in argomento) delitti commessi da organizzazioni criminali operanti in più stati.

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