Referendum, Boschi: “Meno burocrazia e più stabilità”

di Redazione

Napoli – “Noi vogliamo un cambiamento per vivere in un Paese con meno burocrazia e maggiore stabilità. La riforma non riguarda i politici ma riguarda tutti. Con il voto al referendum, la Costituzione la scriviamo insieme, padri e madri, tutti gli italiani potranno decidere ed esprimere la propria posizione. Il nostro compito, il nostro impegno, la nostra fatica, bella, deve essere quella di informare e dare opportunità al nostro Paese. C’è ancora tanto lavoro da fare. Il Referendum non è la meta ultima ma una tappa fondamentale, se decidiamo di lasciare le cose così come stanno, difficilmente ci sarà di nuovo una forza con strumenti come i nostri che possono fare la differenza. Non conta quante volte cadi ma quante volte trovi la forza di rialzarti”.

Così il ministro Maria Elena Boschi a Napoli per la presentazione del comitato referendario per il sì ragione pubblica. “Non possiamo lasciare che qualcun altro decida al nostro posto, – ha spiegato il ministro dopo l’intervento del governatore della Campania Vincenzo De Luca – dobbiamo impegnarci e stare per strada, nelle scuole, nel modo dell’associazionismo, dobbiamo stare fuori e incontrare le persone nei luoghi di lavoro e raccontare la nostra idea di Paese, raccontare cosa stiamo facendo con le riforme costituzionali”.

Quello del ministro è stato un appello a tutte le forze sul territorio, ha chiesto a tutti di impegnarsi per raccogliere quante più firme possibili: “Abbiamo bisogno di energia e voglia di cambiamento, di parlare anche alle donne e agli uomini che non sono impegnati nel Pd ma che credono in questa battaglia. C’è chi tenta di distogliere l’attenzione facendo scaramucce. – ha sottolineato – De Luca ha ragione quando dice che viviamo in una palude di democrazia e non dimentichiamo che c’è una palude anche in parlamento. In due anni – ha ricordato Boschi – abbiamo avuto ore di confronto, di dibattiti non sempre utili, ma oggi quella fase è terminata e siamo tutti impegnati per il referendum di ottobre, non buttiamo via quell’impegno”.

Poi la polemica con il giornalista Marco Travaglio: “È molto ascoltato – ha chiarito – ma non deve temere che con la riforma non si garantisce i diritti dei cittadini”.

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