David di Donatello: il trionfo di Jeeg Robot

di Emma Zampella
Il palco dei David di Donatello
Paolo Genovese
Ilaria Pastorelli
Claudio Santamaria
Gabriele Mainetti
Il cast - strapremiato - di "Lo chiamavano Jeeg Robot"

All’ultima edizione dei David di Donatello, la sessantesima andata in onda in diretta su Sky dove a prendere le redini di una difficile conduzione è stato un bravo Alessandro Cattelan, a trionfare è stato l’insolito, la novità, l’esordiente.

Sorprendente come il titolo di miglior film sia stata attribuito ad un “Perfetti sconosciti” di Paolo Genovese, una pellicola che analizza le relazioni sociali alla luce dell’influenza e dell’inflazione dei social network nel quotidiano. Scacco matto anche per “Lo chiamavano Jeeg Robot” che si porta a casa i premi come miglior attrice, vedi un’aspirante Ilaria Pastorelli passata alle cronache per aver fatto in un lontano 2012 il Grande Fratello, e come miglior attore per Claudio Santamaria, protagonista del film.

A sbancare l’ultima edizione dei David è sicuramente un film fresco e surreal-fantasy come è “Lo chiamavano Jeeg Robot”, opera prima di Gabriele Mainetti che conquista, oltre ai già citati premi, la statuetta come miglior regista esordiente e come attore non protagonista , a Luca Marinelli, e attrice non protagonista a Antonia Truppo.  Stesso risultato per “Il racconto dei racconti-Tale of Tales”, di Matteo Garrone che conquista la miglior regia e poi sei statuette tecniche: miglior fotografia, andato a Peter Suschitzky; scenografia a Dimitri Capuani e Alessia Anfuso; i costumi a Massimo Cantini Parrini, che dedica il premio a Ettore Scola. E ancora per Garrone miglior trucco e acconciatura e effetti digitali.

Delusione sicuramente per Claudio Caligari che, nonostante le sedici candidature ottenute da “Non essere cattivo”, ottiene solo il premio per miglior fonico di presa diretta. E ancora peggio va a “Fuocoammare” di Gianfranco Rosi, unico film in lizza con un tema forte come quello dell’emigrazione che dopo aver conquistato il Festival di Berlino con l’Orso d’oro nel proprio paese non si porta a casa nulla, nonostante le quattro nomination.

Un riconoscimento anche al film di Paolo Sorrentino, “Youth – La giovinezza” premiato per le musiche: conquista, infatti, il premio come miglior canzone e colonna sonora. Una cerimonia breve e concisa, leggera grazie al contributo e alle gag tra Cattelan, i The Jackal e Paolo Sorrentino. Una serata leggera e veloce, libera dai sermoni e dalle lunghe chiacchierate e dagli eterni ringraziamenti. Lo spazio giusto per un cinema che ha innovazione, dentro e fuori la pellicola.

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