Vertice Ue su migranti, la Turchia alza la posta e chiede più soldi

di Redazione

C’è il rischio concreto che l’accordo Ue-Turchia per ridurre il flusso dei migranti verso l’Europa deragli. All’ultimo minuto, infatti, Ankara ha avanzato richieste di ulteriori finanziamenti. Come confermato dal presidente dell’Europarlamento, Martin Schulz, vuole 6 miliardi di euro, il doppio rispetto ai 3 previsti. Ha anche chiesto un accesso più veloce ai visti Schengen per i cittadini turchi ed un processo accelerato per l’adesione all’Unione.

Come spiegano fonti diplomatiche, la Turchia offre di riprendere i migranti che illegalmente hanno raggiunto l’Ue passando dalla Turchia da una certa data in poi (e non in modo retroattivo) – sia gli economici sia i richiedenti asilo – ma propone un meccanismo secondo il quale, per ogni profugo siriano riammesso, l’Ue ne accolga uno in modo legale dalla Turchia.

Arrivando al summit, il premier turco Ahmet Davutoglu ha detto: “Siamo pronti per entrare in Europa”. “Questo è il secondo vertice Ue-Turchia in tre mesi. Questo dimostra quanto è indispensabile la Turchia per l’Ue e l’Ue per la Turchia”, ha proseguito. “La Turchia è pronta a lavorare con l’Ue – ha sottolineato -. La Turchia è pronta a essere un membro dell’Ue, e spero che questo vertice sia un successo e un punto di svolta nelle nostre relazioni”.

Ma in questi mesi Bruxelles aveva più volte criticato Ankara. “Il flusso di rifugiati resta ancora troppo alto e un’ulteriore azione è necessaria”, era andato a dire di persona Donald Tusk a Davutoglu giovedì. “E’ necessario che la Turchia, in quanto Paese candidato ad entrare nell’Unione, risponda alla richiesta della Ue di rispettare gli standard più alti per quanto riguarda la democrazia, lo stato di diritto, libertà fondamentali a cominciare dalla libertà di espressione e di associazione. Questi sono valori chiave per la Ue”. E’ quanto ha sottolineato l’alto rappresentante dell’Ue per la politica estera Federica Mogherini.

“Sono favorevole a dire parole chiare: chiuderemo tutte le rotte, anche quella Balcanica”. Lo ha detto il cancelliere austriaco Werner Faymann, al suo arrivo a Bruxelles. “I trafficanti non devono avere alcuna opportunità”, ha aggiunto Faymann, per molti è stato finora troppo semplice “lasciar passare le persone”.

“Non ci possono essere discussioni su reinsediamenti diretti dalla Turchia all’Europa, sicuramente non in Ungheria, perché non c’è possibilità che il governo ungherese faccia alcun tipo di concessione”. Così il premier ungherese Viktor Orban spiegando di considerare come “il reinsediamento in Europa sia un errore: se prendiamo i migranti direttamente da Grecia o Turchia è un invito alle danze. Si getta benzina sul fuoco. Poi ne verranno anche di più”.

Secondo il Financial Times, che ha visto le bozze delle opzioni allo studio in vista del Consiglio europeo del 17 e 18 marzo la Commissione europea sta ipotizzando la creazione di un’agenzia federale per il diritto di asilo. La posizione della Commissione sembra rispondere alle preoccupazioni di Italia e Germania, due dei Paesi Ue a considerare superato il regolamento di Dublino, che tra le altre cose impone ai Paesi in cui sbarcano i migranti l’esame della richiesta di asilo. Superando le incomprensioni del passato Italia e Germania hanno fatto fronte comune per spingere l’Europa a decidere interventi incisivi, condivisi ed efficaci che consentano di gestire la drammatica emergenza migranti.

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