Il giallo della morte di Carmen Di Guida: il caso a “Chi l’ha visto?”

di Redazione

Aversa – Cosa accadde quel maledetto 5 gennaio del 2012, giorno del tragico incidente stradale ad Aversa, in via Pastore, che provocò la morte della quindicenne di Teverola Carmen Di Guida? Del caso se ne è occupata mercoledì sera anche la trasmissione di Raitre “Chi l’ha visto?“.

La troupe del programma di Raitre si è recata nella città normanna, sul luogo dell’incidente, intervistando i genitori di Carmen, il legale di famiglia, Gianmarco Cesari, e il giornalista Nicola Rosselli, e anche un uomo che si è dichiarato testimone, seppur indiretto, della tragedia.

L’uomo, tornando dal lavoro, avrebbe raccontato ai propri familiari di aver visto alla guida del motorino un ragazzo, con una ragazza dietro. Un nuovo elemento attraverso il quale si punta a tenere l’inchiesta in vita.

Per i familiari di Carmen, infatti, la morte della figlia non sarebbe legata ad una semplice fatalità ma ad un omicidio stradale. La prima ricostruzione riferiva che Carmen era alla guida di uno scooter, trasportando un amico, entrambi senza indossare il casco. Per cause ancora da accertare, sembra il mancato rispetto del segnale di stop da parte dei loro, si scontravano contro un’autovettura guidata da un 25enne di Mugnano di Napoli. La ragazza sbalzava dalla sella e rovinava al suolo, battendo la testa. Inutili i soccorsi per la ragazza da parte dei sanitari del 118. Illeso il conducente dell’auto.

Come mai lo scooter dell’incidente guidato, presumibilmente, dalla vittima, non presentava urti? Come mai, invece, presentava danni un secondo scooter che sarebbe stato rottamato pochi giorni dopo lo scontro? E poi la presenza, sembra, di un quarto ragazzo sul luogo dell’incidente in sella ad una moto che potrebbe essere direttamente coinvolto. Questi ed altri sono gli interrogativi che hanno portato l’avvocato Cesari ad opporsi all’archiviazione avanzata dal pm del tribunale di Santa Maria Capua Vetere già pochi mesi dopo l’incidente.

Ancora, i genitori della giovane hanno lamentato lacune nell’ispezione del cadavere considerato che l’evidente trauma cranico non aveva riscontro da parte del medico legale in alcuna traccia esterna, nonostante ci fosse la testimonianza opposta da parte del giovane che viaggiava appaiato a bordo di un altro scooter. Dalle foto, pervenute alla famiglia solo nell’agosto successivo, poi, non sarebbe avvalorata l’ipotesi che Carmen stesse svoltando a sinistra in via Guido Rossa.

“Eppure – si legge nell’istanza dei familiari – il ragazzo ha anche dichiarato di aver percorso alla guida del motociclo la strada a fianco del Piaggio Liberty e che dopo qualche chiacchiera l’affiancamento è cessato quando la ragazza ha girato a sinistra”. Sempre nelle foto, poi, verrebbe evidenziata la presenza di un altro scooter “che passa a fianco del punto dove la testa ha perso sangue e prosegue oltre”.

I genitori della vittima hanno anche evidenziato che ancora non si è accertato del tutto chi fosse effettivamente alla guida dei due scooter coinvolti e che fine ha fatto il passeggero della seconda moto. Perché se ne parla solo di sfuggita in una dichiarazione dell’autista dell’auto coinvolta (risultato positivo alla cannabis) per poi non essere preso più in considerazione? Ancora, una testimone ha dichiarato che sul corpo di Carmen c’era un motorino, mentre uno dei conducenti degli scooter ha affermato che nessun motorino ha investito, sia pure successivamente, il corpo della sfortunata giovane?

C’è, infine, un ultimo “mistero”: per alcuni giorni dopo l’incidente, da un’utenza identificata, sono giunte telefonate a casa di Carmen dove si sentiva un ragazzo piangere singhiozzando e con l’invito di un’altra voce a dire la verità sull’accaduto.

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