Giulio Regeni, l’autopsia: “Pestato a sangue, fatale un colpo alla testa”

di Redazione

E’ morto per un colpo ricevuto in testa Giulio Regeni, il ricercatore friulano il cui cadavere è stato trovato in Egitto giovedi’ scorso. E’ quanto sta emergendo dall’autopsia, ancora in corso, sul giovane. L’equipe di medici legali ha riscontrato segni di un violento pestaggio e numerose abrasioni e lesioni, tuttora oggetto di analisi così come il colpo al capo che ha provocato il decesso. Eseguiti tac, esame tossicologico e radiografie.

Gli esami vanno quindi a confermare che Giulio Regeni è stato ucciso con un violento pestaggio. Almeno stando ai primi risultati della autopsia che è ancora in corso nell’istituto di medicina legale, seguito dal professor Vittorio Fineschi su incarico della procura di Roma. Il corpo del ricercatore universitario friulano presenta lesioni diffuse, forse dovute a percosse ripetute – si spiega- e comunque questo quadro interessa maggiormente il capo, la testa.

Il decesso è arrivato per arresto cardio-circolatorio ma il corpo del ragazzo, abbandonato in strada, presenta ovunque lesioni su cui saranno necessari altri accertamenti. Se ci sono ferite sulle parti esposte del viso di sicuro non sono state trovate bruciature.

Il cadavere, riconosciuto dai genitori nel pomeriggio al Policlinico prima che cominciasse l’accertamento autoptico, è stato sottoposto a tac, a radiografia e a un esame tossicologico anche per definire con precisione la data della morte. L’esito di questi esami si conoscerà fra qualche giorno.

Intanto, sono state rilasciate le due persone fermate venerdì nell’ambito delle indagini sull’uccisione del 28enne friulano Giulio Regeni. Lo riferiscono fonti della sicurezza de Il Cairo, spiegando che si trattava di “sospetti” nei confronti dei quali non è stata formalizzata alcuna accusa che giustificasse un arresto.

Poco dopo le 13.40 è atterrato a Fiumicino l’aereo con la salma di Regeni. “Anche se venerdì si era parlato di arresti in realtà si trattava solo di fermi, come normalmente avviene prima di una formalizzazione delle accuse”, hanno sottlineato le fonti sostenendo che la polizia egiziana sta agendo rispettando le norme. Al momento non sono stati forniti altri dettagli utili a ricostruire il coinvolgimento dei sospetti nel caso della morte del ricercatore italiano.

A riportare in Italia la salma di Regeni è stato l’aereo di linea della Egypt Air proveniente da Il Cairo. A bordo c’erano anche i genitori del 28enne. Ad attendere il feretro, a nome del governo italiano, c’era il ministro della Giustizia, Andrea Orlando.

I funerali del giovane dovrebbero tenersi i primi giorni della prossima settimana a Fiumicello (Udine), suo paese d’origine.

“Sono qui per manifestare il mio profondo cordoglio e quello del governo e la vicinanza alla famiglia”, ha detto Orlando. E ha aggiunto: “Sono qui anche per affermare la volontà del governo che venga raggiunta al più presto la verità e sia fatta giustizia, assicurando alla giustizia i responsabili”. Poi il ministro ha incontrato i genitori del giovane. In un primo momento Claudio Regeni e Paola Deffendi pensavano di rientrare in Friuli già in serata. I due potrebbero invece restare a Roma fino a domenica.

Un sit-in sul retro dell’ambasciata italiana a Il Cairo ha commemorato il giovane. Al raduno hanno partecipato circa 500 persone, tra cui molti giornalisti e uomini della sicurezza. Tra le persone intervistate conoscenti di Regeni, attivisti per i diritti umani e civili, sindacalisti e almeno un noto politico e una scrittrice.

Diversi anche i semplici cittadini venuti a testimoniare solidarietà all’Italia e alla famiglia di Regeni. Alcuni portavano candele e fiori. Sono stati mostrati anche alcuni cartelli tra cui uno denunciava l’uccisione di oppositori egiziani. Mazzi di fiori, candele e lumini sono stati posti accanto al cancello posteriore della rappresentanza diplomatica italiana.

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