Gmc, il Comune di Gricignano “risparmia” 500mila euro in giudizio

di Antonio Taglialatela

Gricignano – Il Comune di Gricignano “risparmia” circa 500mila euro con il rigetto parziale, da parte del tribunale civile di Santa Maria Capua Vetere, del ricorso presentato dalla “Gmc Spa”, la società multiservizi pubblico-privata, oggi in liquidazione, che nella prima metà degli anni 2000 aveva gestito il servizio di raccolta e smaltimento rifiuti nella cittadina. Società finita nel mirino anche della magistratura penale dal momento che il partner privato era la “Flora Ambiente” dei fratelli Orsi di Casal di Principe, ritenuti contigui al clan dei casalesi.

Il curatore fallimentare della società aveva ottenuto, nel 2008, un decreto ingiuntivo dalla sezione distaccata del tribunale di Aversa per il pagamento, da parte del Comune di Gricignano, dell’importo di circa 956mila euro relativo ai costi di gestione del sito di trasferenza provvisorio dei rifiuti realizzato, all’epoca dell’emergenza in Campania, in località Fusaro, nelle vicinanze del depuratore al confine con Marcianise. Il Comune riconosceva solo le determinazioni assunte durante una riunione tra le parti, avvenuta il 16 marzo del 2006, quando Ente e Gmc si accordavano per il pagamento della somma di 215mila euro relativa a prestazioni effettuate dal 10 maggio 2004 al 28 febbraio 2005.

Ma la Gmc, poi andata in liquidazione, richiedeva, oltre al pagamento dei 215mila euro, anche quello per le prestazioni accessorie, risalenti al 2006, riguardanti lo sversamento dei rifiuti negli impianti di smaltimento finale e lo stoccaggio nel sito Fusaro.

Non solo. Nella vicenda si “infilava” anche un’altra società, la “Tecnoricambi”, che si dichiarava creditrice della Gmc di circa 35mila euro, intraprendendo procedure espropriative presso il Comune di Gricignano.

La Gmc, a sostegno della sua pretesa, produceva delle fatture commerciali e dei resoconti inviati all’epoca al Comune. Da parte sua, l’ente dichiarava che le stesse erano determinate in maniera sostanzialmente illegittima, senza nulla indicare riguardo all’attività effettuata, ai titoli della richiesta e alla quantità dei rifiuti stoccati.

Il giudice, a tal proposito, ha evidenziato che la pretesa creditoria non era fondata su una convenzione stipulata con il Comune e che le fatture prodotte non erano sufficienti a dimostrare l’effettiva sussistenza del credito, anche perché la fattura commerciale non ha natura di prova documentale o di indizio circa l’esistenza del credito. Inutilizzabile, perché tardiva, è stata poi ritenuta la documentazione presentata dalla Gmc relativa a formulari, scontrini, eccetera. Anche per quanto riguarda la pretesa della Tecnoricambi, il giudice ha specificato che essa non ha prodotto nulla a dimostrazione dell’esistenza delle procedure di pignoramento.

Pertanto, il giudice sammaritano ha revocato il decreto ingiuntivo che era stato emesso dalla sezione distaccata del tribunale di Aversa. Il Comune di Gricignano dovrà, quindi, versare la somma di 215 mila euro per la quale le parti si erano accordate nel 2006.

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