Guardia giurata uccisa a Ravenna: funerali a Trentola Ducenta

di Redazione

Trentola Ducenta – Una fine atroce per il vigilante Salvatore Chianese, 42 anni, di Trentola Ducenta, ucciso a Ravenna nella notte tra martedì e mercoledì scorsi. I funerali sono stati celebrati nella chiesa di San Michele Arcangelo, a Trentola.

L’uomo, da pochi mesi domiciliato a Osteria, nel Ravennate, assieme alla moglie Filomena e al figlio di 9 anni, è stato centrato da un colpo di fucile al volto, mentre un altro colpo è andato contro la sua auto di servizio, infrangendo il lunotto posteriore. E’ accaduto intorno alle mezzanotte, mentre la guardia giurata apriva il lucchetto della sbarra di accesso all’enorme area della cava, centinaia di metri quadri che circondano un laghetto di proprietà della Sic spa, una controllata dalla cooperativa ravennate Cmc. 

A trovare il cadavere, circa un’ora dopo, è stato un collega, insospettito dal fatto che Chianese non rispondeva alle chiamate. Chi lo ha ucciso gli ha portato via il portafogli e la pistola, ma non il cellulare. Sono intervenuti i carabinieri del reparto operativo e della compagnia di Cervia-Milano Marittima, insieme al pm di turno, Daniele Barberini.

Il fratello, giunto dalla Campania, accompagnato dai carabinieri, ha compiuto all’obitorio di Ravenna il riconoscimento ufficiale della salma. La Procura, dopo l’ispezione cadaverica ha disposto l’autopsia. Verrà, inoltre, conferito a un esperto balistico dei Ris di Parma l’incarico di accertare tutti i dettagli relativi agli spari.

Al di là delle cause della morte, che appaiono ormai chiare, il vero mistero resta per ora il movente: la vittima, incensurata, è stata descritta da colleghi, vicini di casa e amici, come persona onesta e senza problemi sul lavoro. Nemmeno alla cava, salvo furti di gasolio datati nel tempo, sono stati rilevati problemi particolari né sono mai giunte minacce o messaggi intimidatori.

“Stiamo vagliando tutte le ipotesi a 360 gradi”, ha spiegato il procuratore capo Alessandro Mancini. Se di agguato si è trattato, l’assassino doveva conoscere i turni della vittima, e non è facile visto che cambiano spesso. Pensare che il metronotte sia arrivato mentre era in corso un atto criminoso, come un furto di materiale dalla cava, non convince, visto che l’uomo è stato colpito sulla sbarra d’ingresso. Per quanto riguarda la sottrazione della pistola, ha sottolineato il procuratore, “si tratta di un fatto molto inquietante”.

“Ho parlato con il colonnello Massimo Cagnazzo, comandante provinciale dell’Arma – ha detto il sindaco di Ravenna, Fabrizio Matteucci – Mi ha confermato che le indagini per individuare l’assassino vengono svolte con il massimo dispiegamento di forze. Esprimo le condoglianze alla famiglia della vittima: il cuore di Ravenna sanguina per questo efferato omicidio che ha spezzato una giovane vita”.

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