Banca Etruria, falsificati titoli di studi per vendere obbligazioni

di Stefania Arpaia

Arezzo – Nel corso delle indagini svolte sulla Banca Etruria è emersa la falsificazione dei titoli di studio dei clienti per vendere le obbligazioni subordinate e alzare il profilo di rischio.

E’ così che anziani con la terza elementare o media venivano presentati come diplomati se non addirittura laureati. Per poter vendere prodotti finanziari ad alto rischio la banca è obbligata a far compilare ai clienti il Mifid, un questionario che accerta la comprensione del rischio, che veniva però alterato.

La signora Pina F., che ha quasi 90 anni e ha studiato fino alla terza elementare, nel questionario Mifid che le ha permesso di investire 40mila euro in subordinate, risulta possedere un “diploma superiore”. Mentre Giancarlo C., 47 anni, operaio edile che ha comprato obbligazioni ad alto rischio per 20mila euro, ha visto la sua licenza media trasformarsi in “diploma di scuola superiore”. E Francesco S., di anni 42, sul questionario risulta laureato anche se non ha mai frequentato l’università.

“Quaranta persone ci hanno portato la documentazione che Banca Etruria ha fornito loro e nella quasi totalità dei casi il Mifid è stato compilato dai funzionari con dati che non corrispondono a quelli reali – ha spiegato Chiara Rubbiani della Federconsumatori – Ma è evidente che qui si tratta di persone che non avevano conoscenza alcuna degli strumenti finanziari che stavano acquistando”.

Sono in corso esaminazioni su oltre 1300 casi di piccoli investitori. In molti di essi non solo risulta errato il titolo di studio ma sul modulo Mifid viene anche dichiarato di non ritenere di aver bisogno dei soldi investiti per i successivi 10 anni.

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