Lago Patria, la Forestale denuncia bracconiere

di Redazione

Castel Volturno – Nell’ambito delle attività di controllo e vigilanza del territorio finalizzate al contrasto del fenomeno illecito del bracconaggio, il Corpo Forestale dello Stato  del Comando Provinciale di Caserta ha sorpreso un bracconiere mentre esercitava caccia di frodo sul Lago Patria, specchio d’acqua posto al confine tra i Comuni di Giugliano in Campania e Castel Volturno ricadente nella Riserva Naturale Regionale “Foce Volturno-Costa di Licola”, ecosistema fondamentale per la sosta e lo svernamento degli Uccelli acquatici, noto al mondo dell’Ornitologia Italiana e agli appassionati di birdwatching.

Da svariati giorni, infatti, il Gruppo antibracconaggio provinciale della forestale, guidato dal commissario capo Marilena Scudieri, attenzionava l’area protetta individuando, attraverso un’intensa attività di sopralluoghi ed appostamenti, il punto preciso ove veniva perpetrata la caccia di frodo.

Sbalorditiva la metodica utilizzata dallo spregiudicato bracconiere che, arrivato all’imbrunire, cautela adottata per non essere scorto, parcheggiava la propria autovettura, una panda bianca 4×4, in un’area del comune di Castel Volturno, limitrofa al lago ed utilizzata dalle prostitute proprio per non destare alcun sospetto.

E così, complice l’oscurità, raggiungeva a piedi l’argine del Lago, prescegliendo una zona disabitata e con la presenza di numerosissimi canneti, alti e fitti, quale covo-nascondiglio per poter comodamente cacciare nella Riserva Naturale, assicurandosi, al tempo stesso, una via di fuga sicura e non visibile, in caso di eventuali interventi da parte degli organi di controllo.

Giunto sul posto, si accingeva, pertanto, a preparare la trappola infernale posizionando nello specchio d’acqua 11 stampi in plastica riproducenti varie specie di uccelli acquatici tra cui codoni, germani reali e alzavole e due richiami acustici con relativi diffusori di suono, che di li a poco azionava per attirare i malcapitati esemplari di fauna selvatica che popolano l’Area Naturale Protetta, al fine di farne strage. Va evidenziato che nelle aree protette il bracconaggio risulta ancora più subdolo perché gli uccelli di quell’areale, trattandosi di zona inibita alla caccia, non sono prevenuti a fronteggiare tali micidiali attrezzature e si avvicinano con tranquillità pensando di raggiungere un proprio simile, attirati dal richiamo acustico e dalle anatre in plastica.

In compagnia del bracconiere vi era il suo fedele ausiliario, ovvero un cane da caccia di razza setter inglese che, ignavo di trovarsi in un’area naturale protetta, nello scorgere tanta fauna selvatica, si sarebbe prodigato nelle attività di recupero degli esemplari eventualmente abbattuti, circostanza scongiurata grazie all’immediato intervento degli uomini del Corpo Forestale, che appostati nella fitta vegetazione da diverse ore, interrompevano l’azione illecita prima ancora che il bracconiere sparasse, evitando, così, uno sterminio di uccelli acquatici.

In questo periodo dell’anno i predetti esemplari sono soliti raggrupparsi negli specchi d’acqua per prepararsi ad affrontare il lungo viaggio che li porterà negli areali da loro prescelti per il corteggiamento finalizzato alla riproduzione delle specie: di tale evenienza ne approfittano i bracconieri per abbattere quanti più uccelli possibile!

Le attività di indagine, dirette e coordinate dalla Procura della Repubblica di Napoli Nord, sono ancora in corso in quanto sembrerebbe che il bracconiere, per poter meglio perpetrare l’attività illecita, si avvalesse addirittura di due complici che, a bordo delle loro autovetture, una Matiz ed una Renault Clio, fungevano da “pali” con il compito presunto di allertare telefonicamente il bracconiere in caso di interventi da parte delle Forze di Polizia, modalità tra l’altro consueta.

Nell’ambito di tale operazione un uomo, tale D.F.F., di 34 anni, è stato deferito all’autorità giudiziaria per violazione della normativa sulla caccia che prevede, inoltre, il sequestro dei mezzi di caccia e la confisca con relativa distruzione dei richiami acustici.

Si procedeva, quindi, al sequestro di un fucile marca Benelli modello M2 mancante di accorgimento tecnico, ovvero privo di riduttore per aumentarne la potenza di fuoco, munito di una torcia a led montata sotto la canna dell’arma, allo scopo di poter meglio mirare e sparare anche di notte. Venivano altresì posti in sequestro due richiami acustici non consentiti, sessantasette cartucce calibro dodici cariche, undici stampi in plastica riproducenti uccelli acquatici di varia specie e altre attrezzature per l’attività illecita.

Sul punto il Comandante Provinciale del Corpo Forestale dello Stato di Caserta, Ing. Michele Capasso, ha dichiarato che il fenomeno del bracconaggio costituisce una priorità assoluta da contrastare e reprimere in quanto la provincia di Caserta è interessata da intensi fenomeni migratori di milioni di uccelli tra cui anche specie particolarmente protette da salvaguardare.

Al riguardo il Comandante Regionale del Corpo Forestale dello Stato Generale Sergio Costa, molto sensibile alla tematica, ha espresso compiacimento per l’attività svolta, evidenziando l’obbiettivo di intensificare i servizi antibracconaggio soprattutto in questa provincia.

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