Il sindaco “spegne” la Lampa di Sant’Antuono: è polemica

di Antonio Taglialatela

Teverola – Il sindaco Dario Di Matteo non autorizza la “Lampa di Sant’Antuono” in piazza Cavour e scoppia la polemica. Durante la serata di domenica era tutto pronto per il tradizionale “falò” organizzato dalla parrocchia di San Giovanni Evangelista, avvenuto regolarmente negli anni precedenti e come, tra l’altro, in contemporanea stava avvenendo nella confinante Casaluce.

Ma, ad un certo punto, sono arrivati i vigili urbani che hanno vietato di appiccare il fuoco, citando la recente normativa sulla “Terra dei Fuochi” che prevede pene severe per chi brucia rifiuti abbandonati o depositati in maniera incontrollata.

Una vicenda che ha diviso l’opinione pubblica, tra chi si è dichiarato d’accordo con l’amministrazione e chi, invece, ha ritenuto tale applicazione della legge un “autogol” da parte di Di Matteo, poichè non vi erano le condizioni per farlo: “Il legname (non rifiuti) non era abbandonato ma disposto in quel punto della strada per l’evento religioso, tenuto separato dal suolo stradale per effetto di mattoni e, pertanto, non depositato in maniera incontrollata”, scrive un cittadino su Facebook.

Indignazione è stata espressa dalla Pro Loco di Teverola che, in una nota, parla addirittura di “rivalsa politica” da parte del sindaco, commentando: “Un mix di religiosità, folklore, tradizioni e partecipazione popolare, la festa di Sant’Antonio Abate è soprattutto questo. Il tradizionale falò, la cosiddetta ‘lampa ‘e Sant’Antuono’ ne rappresenta il fulcro, attorno alla quale ruota l’intera festa.

Nella nostra Città, la tradizionale usanza è stata da sempre al centro di una certosina e meticolosa organizzazione, opera del parroco, Don Evaristo Rutino, dei suoi collaboratori e dei tanti parrocchiani che con maestria hanno sempre permesso alla città di godere dei momenti intensi di spettacolo, tradizione e partecipazione nella più totale sicurezza e soprattutto nel pieno consenso generale.

Quest’oggi, la tradizione è stata interrotta dall’ottusa interpretazione di una norma e per l’ennesima volta il buonsenso, la buona amministrazione, la vicinanza del nostro Sindaco sono state sopraffatte dall’ostinata volontà di rivalsa politica e spesso personale da cui è continuamente pervaso.

Ovviamente non è nostra intenzione strumentalizzare l’accaduto, che tra l’altro sarebbe come sparare sulla croce rossa, ma ci sentiamo in dovere di esprimere la nostra solidarietà e vicinanza al Parroco ed a quanti hanno profuso energie ed impegno per organizzare la festa, noi, in primis, in qualità di promotori e custodi delle tradizioni del nostro territorio. Viva Teverola, viva Sant’Antonio Abate, viva la Chiesa, viva il Parroco”. 

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