Stadio, De Magistris replica a ADL: “In quel ‘cesso’ abbiamo vinto lo scudetto”

di Redazione

Napoli – “Sappiamo le condizioni del San Paolo quali sono ma porterei un po’ più di rispetto perché in quello stadio che Aurelio De Laurentiis ha chiamato “cesso” il Napoli ha vinto uno scudetto e tutti abbiamo esultato”, ha detto il sindaco di Napoli Luigi De Magistris, a margine di una conferenza stampa a palazzo San Giacomo.

“Per quelle impalcature in ferro bisognerà chiedere a chi ha sperperato soldi il perché di quell’obbrobrio. Lo stadio resta un luogo che mi fa provare emozioni che, in genere, nel cesso non provo, il San Paolo è tutelato dalla Soprintendenza che di solito non mette vincoli sui cessi. Se lui lo considera un cesso, facesse presto a mettere i soldi per farlo diventare un salotto più accogliente. Altrimenti lo renderemo noi un luogo migliore”.

“Alla fine del mio mandato metteremo in sicurezza il San Paolo e si concluderà tutto il processo di riqualificazione vera dello stadio, anche se qualcuno vuole trascinarsi a lungo e portare tutta la questione aperta fino ancora alla campagna elettorale”, ha aggiunto il sindaco.

Nonostante i toni forti usati da De Laurentiis, de Magistris non chiude le porte al patron del Napoli: “Ma io già in estate ho iniziato a lavorare ad un piano B”, dice, “fermo restando che auspico che il piano A si realizzi”, quello che prevede l’accordo con la società calcistica partenopea. “Il presidente – precisa il sindaco – ha detto che vuole investire, che mantiene le promesse. Valuteremo se la sua proposta è fattibile tecnicamente ed economicamente ed in questo caso io sarei massimamente soddisfatto. Poi con De Laurentiis posso anche andare a cena e bere spumante”.

Il piano B di cui oggi ha parlato De Magistris, invece, prevede “un’assenza di risorse private, il San Paolo lo facciamo noi. Sarà un modello completamente innovativo unico, tutto napoletano, fatto di finanziamenti in parte pubblici ed in parte da acquisire con modalità non nuove a questa amministrazione come procedure di crowdfunding. E’ un’operazione molto più complessa e poco prevedibile ma adesso ci vogliamo lavorare perché a fine 2015 questa partita la dobbiamo chiudere, in un modo o nell’altro”.

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