Shunt, la parola ora passa al Tar

di Redazione

Maddaloni – Nella seduta di giunta di giovedì scorso è stata approvata, su proposta dell’assessore allo Sviluppo Urbano Integrato e Piccole Opere Giuseppe d’Alessandro, la delibera di opposizione all’approvazione dello shunt da parte di Rfi.

Il Comune, dunque, si appellerà all’organo di giurisdizione amministrativa contro il progetto di Ferrovie dello Stato. Troppe le incongruenze per l’amministrazione guidata dal sindaco Rosa de Lucia che hanno portato all’approvazione del progetto preliminare riguardante l’intervento di raddoppio della tratta ferroviaria Cancello-Frasso Telesino e di variante alla linea Napoli-Roma via Cassino, il famigerato “shunt Maddaloni” che prevede un nuovo tracciato ferroviario che attraverserà, tra case e terreni, oltre otto chilometri.

L’Ente, dunque, ha deciso di contestare l’ordinanza commissariale numero 7 del 31 marzo 2015 dal momento che, da un’attenta analisi degli elaborati allegati, emerge una notevole divergenza tra l’impostazione progettuale consegnata e quella proposta dall’amministrazione e mai presa in considerazione benché di notevole minore impatto sia ambientale che economico.

Inoltre viene evidenziato come il progetto presentato non abbia conseguito in nessuna sede, pur se non ufficiale, condivisione alcuna, perseguendo un suo iter che si discosta da quello che invece dovrebbe essere il giusto procedimento sancito dalla legge. L’Ufficio tecnico, con il sindaco e l’assessore, aveva presentato un progetto diversificato dallo shunt che prevedeva l’interramento dei binari senza l’abbattimento di edifici, la modifica dello skyline della città con piloni invasivi, facendo risparmiare a Ferrovie dello Stato decine e decine di milioni di euro.

Il primo cittadino ha deciso, dunque, dopo la lettera di denuncia inviata ai presidenti Renzi e Cantone dell’Anticorruzione, di ricorrere al Tribunale Amministrativo Regionale per mettere in luce tutte le discrasie e le anomalie che hanno portato all’approvazione del preliminare da parte di Ferrovie dello Stato, confidando in un provvedimento di sospensiva che bloccherebbe, immediatamente, i lavori fino alla decisione definitiva dell’organo. 

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