Il Tribunale di Napoli Nord compie due anni tra carenze e difficoltà

di Nicola Rosselli

Aversa – Due anni mal portati. Un compleanno passato in sordina quello del Tribunale di Napoli Nord in Aversa, un tribunale cresciuto troppo in fretta come i numeri dimostrano. Una crescita non supportata dal giusto quantitativo di addetti, soprattutto per quanto riguarda il personale di cancelleria, vero motore dell’apparato burocratico. Non tanto tragica, infatti, la situazione dei magistrati con la presenza di 65 su 80 (con altri in arrivo), mentre drammatica è la situazione relativa al personale amministrativo. A fronte di un organico di 106 unità, in servizio ve ne sono appena 40: sono presenti 6 funzionari su 38; 11 cancellieri, di cui due part-time, su 24; 23 assistenti su 44 e sono prossime alla scadenza 14 applicazioni a termine. Numeri che portano ad una sola meta: il fallimento della Giustizia, il fallimento dello Stato in una zona dove la sua presenza dovrebbe essere più forte per non far passare quella sensazione di impunità latente.

Proprio di impunità aveva parlato nei mesi scorsi il presidente della locale sezione dell’Anm, Giuseppe Cioffi che oggi dichiara: «Non possiamo parlare di flop. Per l’Agenzia delle Entrate ed Equitalia siamo il tribunale che raccoglie più spese in Italia. Qui, però, non si avanzano primati, ma di rendere non solo funzionale questa realtà, ma anche non lasciarla nelle condizioni in cui si trova, un modello. Solo grazie a magistrati, funzionari e personale di prim’ordine. E’ calata l’attenzione per quella che è una realtà per un milione di persone che ha sete di giustizia. Ora con tutti i crocevia delinquenziali, se si impianta un nuovo sito giudiziale lo si fa per avere positivi. Se di flop si deve parlare è un non possiamo confrontarci con Santa Maria o Napoli, per i numeri. Magistrati per qualità e quantità non mancano, le difficoltà, per esperienza, rischiano di essere fatali. Napoli Nord deve rappresentare una grande sfida dello Stato alla criminalità, ma necessitano risorse, c’è stato un grande sforzo iniziale che poi è scemato».

«Abbiamo incontrato Orlando all’apertura dell’anno giudiziario a Palermo, – ha affermato il presidente della locale Camera Penale, l’avvocato Paolo Trofino – ha promesso di venire e lo stiamo ancora aspettando. Il tribunale di Napoli Nord incide su un territorio interessato dalla più alta densità criminale della zona ma coincide anche con la terra dei fuochi. Allora, mi chiede, che senso approvare la normativa per i reati ambientali e non fa funzionare il tribunale della terra dei fuochi. Dal punto di vista criminale, poi, tutti i successi contro il clan dei casalesi aveva portato una ventata nuova, la popolazione reagiva denunziando, non far funzionare questo tribunale significa perdere il terreno guadagnato con il famoso metodo Caserta di Cafiero de Raho, significa far fallire il riscatto del Sud. Al congresso nazionale di Cagliari a fine mese, tutte le Camere Penali del Distretto di Napoli presenteranno documento su funzionamento giustizia in Campania quale argomento assembleare».

«A parte quanto sempre detto da tutti gli addetti ai lavori sul tribunale, che condivido, – ha affermato il presidente della Camera Civile l’avvocato Carlo Maria Palmiero – voglio evidenziare, in questo frangente, quanto sia necessaria l’attenzione sugli uffici giudiziari minori. Parlo dell’ufficio circondariale del Giudice di Pace. Siamo di fronte alla giustizia cosiddetta minore che, però, non è tale se si considera la vastità del contenzioso che tocca ampi strati della popolazione».

«Al neo tribunale di Aversa – afferma l’ex senatore e magistrato Pasquale Giuliano, considerato il padre putativo di Napoli Nord – va dedicata un’attenzione particolare sia dal Csm che dal ministero, ad oggi registro addirittura qualche innalzamento di ostacoli. Il tribunale di Aversa potrà funzionare solo se ci sarà personale. Si tratta di una circoscrizione da proiettare nel futuro in considerazione anche dal minore rilievo assunto da altre circoscrizioni. Deve essere prevista anche l’istituzione della Corte di Assise».

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