Rifiuti e “sacchi bianchi”: il commissario Cafagna sa che nessuno li vuole?

di Antonio Taglialatela

Gricignano – Da uno come il prefetto Donato Cafagna, commissario per l’emergenza roghi in Campania, ci si dovrebbe aspettare una vasta conoscenza del sistema di bonifica e smaltimento dei rifiuti sul territorio e, in particolare, delle problematiche che devono affrontare gli Enti locali. E invece da lui, dalle colonne di un noto quotidiano provinciale, arriva una critica, a tratti paradossale, contro i comuni – in particolare quello di Gricignano – accusati di sprecare i fondi regionali per bonifiche che, a suo avviso, restano “incompiute”.

“Ai comuni spetta lo smaltimento”, tuona il commissario, riferendosi ai “big bag” presenti nella zona industriale Asi. Parliamo di quei grandi sacchi bianchi in cui gli operatori della “Campania Ambiente”, società della Regione Campania che sta operando a Gricignano da alcune settimane, hanno raccolto i rifiuti, selezionati per tipologia, rimossi dalle discariche abusive presenti nell’area da anni.

Ma il commissario Cafagna sa che, al di là dei proclami sulla “Terra dei fuochi”, sui “roghi tossici” – più volte rilanciati anche sui media nazionali da parte di rappresentanti istituzionali di governo centrale, Regione e Provincia e di tutti quei “galli sulla monnezza” che ormai non si contano in Campania – il Comune di Gricignano, senza alcun aiuto, si è impegnato a partecipare al bando, ottenere il finanziamento e gestire la permanenza degli operatori della “Campania Ambiente” sul territorio, riuscendo così a rimuovere depositi abusivi di rifiuti che da anni infestavano le zone periferiche?

Ma, soprattutto, il commissario sa che questi fondi vengono stanziati dalle autorità competenti senza che siano definite le modalità con le quali le operazioni di bonifica devono essere effettuate e se le stesse risultino conformi a rendere il rifiuto conferibile nei centri di smaltimento e recupero?

Se il commissario si fosse interfacciato con l’ufficio tecnico comunale sicuramente avrebbe scoperto (fermo restando che, in teoria, lo dovrebbe già sapere…) che non è colpa del Comune se sul territorio sono presenti circa 500 “big bag” di materiale selezionato da operatori non locali, ma inviati dalla Regione, che nessuna discarica e centro di smaltimento vuole ricevere perché in difformità con le vigenti normative ambientali. Sì, quei rifiuti nessuno li vuole.

Ma, per meglio informare il commissario, andiamo nel dettaglio. E, a tal proposito, interpelliamo l’architetto Anna Cavaliere, responsabile dell’ufficio tecnico comunale. Il Comune di Gricignano il 23 ottobre 2014 ha stipulato un protocollo di intesa con la società regionale “Campania Ambiente e Servizi”. Quest’ultima, finanziata con fondi regionali, opera nella selezione merceologica dei rifiuti abbandonati sul territorio, al fine di poterli poi smaltire nel rispetto delle norme vigenti con oneri di smaltimento a carico delle casse comunali. “Il lavoro della società – spiega Cavaliere – consiste non solo nel selezionare i rifiuti ma anche di raccoglierli all’interno dei cosiddetti ‘big bag’. Durante la sua attività la società è riuscita a selezionare una quantità innumerevole di rifiuti di vario genere, che il Comune ha prontamente provveduto a smaltire, per la parte conferibile ad impianti di recupero, anche se con non poche difficoltà, in quanto, come noto, i costi di tali operazioni sono molto esosi per le casse comunali. Le continue operazioni di smaltimento sono continuate, per gran parte dei materiali costipati nei big bag (plastica, sfalci d’erba, vetro, multimateriale, ingombranti), anche se appena prelevati dai luoghi di deposito, gli sversamenti incontrollati di rifiuti ricominciavano, rendendo lente e complicate le operazioni di cernita prima e di smaltimento poi”.

E qui arriva il paradosso: i rifiuti all’interno dei “sacchi bianchi” vengono smaltiti o recuperati presso aziende autorizzate, le quali, però, accettano il rifiuto selezionato ‘tal quale’, ossia indifferenziato, privo dei sacchi. “Questo è il grave problema. – sottolinea l’ingegner Silvestro Treviglio, collaboratore della Cavaliere – Nessuna società o discarica contattata, che si occupa di smaltire tale categoria di rifiuto, lo riceve costipato all’interno del big bag. Secondo questi centri bisognerebbe effettuare ulteriori operazioni che consistono sinteticamente in: svuotare nuovamente sul terreno i big bag pieni di rifiuti accuratamente selezionati da ‘Campania Ambiente e Servizi’; con l’utilizzo di un mezzo meccanico gommato metterli su mezzi scarrabili oppure camion costipatori e successivamente mandarli a smaltimento. Tutte queste operazioni di movimentazione, ovviamente, sono da ritenersi a carico delle casse comunali”.

Un’operazione “folle”, che renderebbe vano il lavoro effettuato da “Campania Ambiente”, tanto che la dirigente ha chiesto delucidazioni agli uffici competenti della Provincia su dove poter smaltire i rifiuti indifferenziati costipati nei big bag. A tale richiesta sono seguiti colloqui telefonici con i responsabili provinciali, i quali comunicavano che le operazioni potevano avvenire previo invio di modulo di “caratterizzazione del rifiuto di base” presso gli stessi uffici provinciali, i quali l’avrebbero poi girato alle discariche competenti a ricevere il rifiuto.

“In maniera celere abbiamo provveduto all’invio di tale modulo di caratterizzazione. Visto che dalla Provincia non perveniva risposta, abbiamo sollecitato ulteriormente a mezzo telefono e ci hanno detto che non era di competenza provinciale la risoluzione di tale problematica, ma che il Comune doveva mettersi in contatto direttamente con la discarica di zona”, racconta la Cavaliere, che quindi contattava la discarica, i cui responsabili comunicavano che il rifiuto indifferenziato non poteva essere accettato così come selezionato dalla società ‘Campania Ambiente’, e che doveva per forza essere privo del big bag”.

Insomma, la solita storia all’italiana, fatta di burocrazia e scaricabarile, che ha comportato, soprattutto nell’area della stazione ferroviaria, l’accumulo di una quantità cospicua di sacchi bianchi e di rifiuti ingombranti.

Allo stato, il Comune è alla disperata ricerca di un centro di smaltimento che prenda in carico i sacchi bianchi. Ecco, commissario Cafagna, la realtà dei fatti. E potrà certamente condividere che non sono i comuni i “cattivi” della situazione, piuttosto c’è qualcosa che non va nel sistema di smaltimento. Ora, al di là delle dichiarazioni a mezzo stampa, se può cercare di risolvere il problema.

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