Arsi vivi per blasfemia, orrore in Pakistan

di Stefania Arpaia

 Islamabad. Accusati di blasfemia per aver bruciato alcune pagine del Corano, due cristiani sono stati arsi vivi, in Pakistan.

Sono stati gettati in una fornace, spinti con la forza da una folla di oltre 400 persone. L’orrore è accaduto a Lahore, dove pochi giorni fa un’altra terribile sentenza dell’Alta Corte aveva condannato a morte una donna, Asia Bibi, madre di cinque figli, accusata anch’essa di blasfemia e in carcere dal 2009.

E’ stata l’agenzia dei missionari Fides a diffondere la terribile notizia. La coppia, Shehzad e Shama, rispettivamente di 26 e 24 anni, sono morti per mano di vari gruppi di musulmani provenienti da cinque villaggi differenti, accorsi per punire i peccatori. Erano stati sequestrati due giorni prima quando, in seguito alla morte del padre di Shehzad, Shama aveva realizzato un piccolo rogo con alcuni effetti del defunto. Un testimone avrebbe dichiarato che nell’insieme di oggetti ci fossero anche pagine del Corano e da lì sarebbe scattata la condanna.

“E’ una vera tragedia – ha commentato l’avvocato cristiano Sardar Mushtaq Gill-, un atto barbarico e disumano. Il mondo intero deve condannare fermamente questo episodio che dimostra come sia aumentata in Pakistan l’insicurezza tra i cristiani. Basta un’accusa per essere vittime di esecuzioni extragiudiziali. Vedremo se qualcuno sarà punito per questo omicidio”.

In base a quanto riferito dal sito “Pakistan Today” sembra che la donna fosse incinta del quarto figlio. Il fatto è accaduto nel villaggio “Chack 59”, nei pressi della cittadina di Kot Radha Kishan, a sud di Lahore.

La polizia pachistana avrebbe riferito di aver arrestato 44 sospetti, mentre 460 persone sarebbero state denunciate.

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