Omicidio Noviello, la sentenza rinviata al 12 novembre

di Redazione

 Casal di Principe. E’ stata rinviata a mercoledì 12 novembre la sentenza per l’omicidio di Domenico Noviello, imprenditore di San Cipriano ucciso a Baia Verde il 16 maggio 2008 dal “gruppo di fuoco” del clan dei casalesi.

Davanti alla Corte d’Assise del tribunale di Santa Maria Capua Vetere hanno discusso le difese dei vari imputati del processo. Rachele Merola, legale del boss Giuseppe Setola, che di recente si è reso disponibile a collaborare con la giustizia e sta rendendo dichiarazioni alla procura, proprio in virtù di questa sua volontà, ha chiesto per il suo assistito alla Corte l’articolo 8 che si applica proprio per i collaboratori di giustizia e che abbatte i due terzi della pena.

Oltre a Setola gli altri imputati del processo sono Giovanni Letizia, Alessandro Cirillo, Francesco Cirillo, Massimiliano Napolano, Metello Di Bona e il collaboratore di giustizia Luigi Tartarone. Per Alessandro Cirillo, alias “’O Sergente”, ex gregario di Setola, l’avvocato difensore Elena Schiavone ha chiesto l’assoluzione “perche’ il fatto non sussiste”. “Cirillo – ha detto l’avvocato Schiavone – non era presente quando Setola disse ad Alfiero e a Di Caterino dell’intenzione di uccidere Noviello. Cirillo ‘subisce’ l’omicidio che decide Setola”.

Assoluzione chiesta anche per Giovanni Letizia da parte del suo legale Paolo di Furia. Mentre il difensore di Metello Di Bona, l’avvocato Zannini, ha chiesto alla Corte di “valorizzare l’aspetto della confessione” del suo assistito che “fin dalla prima udienza ha ammesso le proprie responsabilità”. Duro, invece, l’attacco del difensore di Massimo Napolano, l’avvocato Schettino, che ha parlato di una “metamorfosi” che ha subito il processo e la procura a seguito della volontà di Setola di collaborare.

In aula èarrivato anche Davide Mattiello, componente della Commissione parlamentare antimafia, per dare sostegno alla famiglia di Noviello in vista della sentenza che era prevista in tarda serata. “Abbiamo presentato una relazione – dice Mattiello – sui testimoni di giustizia approvata già in Senato. In questa relazione, che stiamo traducendo in una proposta di legge, e in questa relazione è riportata l’esperienza paradigmatica di Noviello. Un imprenditore che denuncia, viene per un certo tempo tutelato dallo Stato e poi un poi lasciato solo, e questo non va bene. Noviello è il paradigma di qualcosa che non va. Abbiamo posto l’accento sulla parte che riguarda proprio l’esposizione di chi denuncia affinché sia la minima possibile”.

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