Strage in aeroporto pakistano: spari e bombe su passeggeri

di Stefania Arpaia

 Islamabad. Una decina i terroristi che hanno assalito l’aeroporto internazionale Jinnah di Karachi, in Pakistan.

L’attacco è avvenuto nella serata di domenica e si è prolungato fino alla mattinata di lunedì, per oltre sei ore. I responsabili, i ribelli talebani pakistani, hanno studiato nei minimi dettagli l’attentato, consapevoli che sarebbe stata una strage.

Due i kamikaze che si sono fatti esplodere subito dopo essere entrati nell’aeroporto. Immediato il conflitto a fuoco tra i ribelli e l’esercito, in cui avrebbero perso la vita tre agenti e due civili. Il bilancio delle vittime è di 28 persone, 10 sarebbero talebani, ma non si tratterebbe di una cifra definitiva.

Un portavoce delle forze paramilitari pakistane ha riferito che tutti i responsabili dell’attacco terroristico sono stati uccisi. I terroristi si sono presentati ad un accesso ai voli riservato ai vip con documenti d’identità falsi. Fonti locali hanno riferito di uomini imbottiti di esplosivo, armati fino ai denti, che lanciavano bombe a mano per farsi strada.

I ribelli talebani hanno rivendicato l’attentato come vendetta per l’uccisione di un membro del loro gruppo, ucciso da un drone americano. Tutti i voli sono stati cancellati, ma l’aeroporto potrebbe riaprire già nel pomeriggio.

Un altro attacco è avvenuto in contemporanea nella regione del Baluchistan, dove un kamikaze si è ucciso in un ristorante affollato, provocando 23 vittime.

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