Bonifica della Terra dei Fuochi, la Camera approva le mozioni

di Redazione

 ROMA. La Camera ha dato il via libera alle mozioni presentate da diverse forze politiche per chiedere la bonifica dei territori della cosiddetta “Terra dei Fuochi” tra le province di Napoli e Caserta.

Approvate dall’assemblea di Montecitorio le otto mozioni a firma dei deputai di Pd, Pdl, Scelta Civica, Sel, Centro democratico, Lega, Gruppo misto, Movimento Cinque Stelle. Di quella dei cinquestelle non sono state approvate alcune parti sulle quali il governo aveva espresso parere negativo.

“Nella cosiddetta Terra dei fuochi – ricorda una delle mozioni – da anni si consuma uno dei delitti ambientali più atroci: lo sversamento illegale, incessante e continuo di rifiuti industriali pericolosi e tossici sulla terra e dentro la terra, che vengono poi dati alle fiamme per occultare le prove. Roghi che rimettono in circolazione nell’aria i rifiuti”. Con dannose conseguenze per l’ambiente e per la salute.

“Sono pochissime – si sottolinea – le famiglie della zona risparmiate da malattie e, soprattutto, le percentuali di tumori, leucemie e linfomi sono aumentate in maniera considerevole: è sufficiente controllare le percentuali di casi in tutto il territorio per rendersi conto che nella zona c’è il più alto tasso di questi tipi di malattie e una riduzione della vita media rispetto al resto dell’Italia”.

Le mozioni impegnano il Governo a “porre in essere tutte le forme di controllo incisivo del territorio campano per far cessare il criminale e illecito sversamento di rifiuti tossici in zone agricole e ad alta densità abitativa; a intraprendere gli improrogabili interventi di bonifica del territorio campano, per cercare almeno di limitare i danni di decenni di scellerate politiche di gestione ambientale del territorio; ad avviare, con un adeguato coinvolgimento del ministero della Salute, una massiccia campagna di indagini epidemiologiche per far luce sull’impatto delle contaminazioni sulla salute delle popolazioni residenti, anche dando ampia pubblicità ai risultati, per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla nocività di certi comportamenti criminali”.

E ancora, si impegna il Governo a “istituire un tavolo tecnico permanente, che funga da cabina di regia, al ministero dell’Ambiente, coinvolgendo le associazioni e i comitati di cittadini da anni impegnati nelle lotte a difesa del territorio, personalità del mondo scientifico competenti in materia e rappresentanti di regione ed enti locali; ad assumere iniziative normative per consentire ai comuni interessati l’allentamento del patto di stabilità, indispensabile con riferimento esclusivamente ai capitoli relativi alla realizzazione di questi interventi in campo ambientale (monitoraggio, rimozione dei rifiuti abbandonati e loro corretto smaltimento)”.

Si chiede inoltre all’esecutivo di “attivare e aumentare le risorse finanziarie pubbliche per far decollare il settore delle bonifiche; svolgere immediatamente analisi a tappeto nel vasto territorio interessato, a cominciare da quello indicato dai vari collaboratori di giustizia come luogo di sversamento dei rifiuti tossici da parte della criminalità organizzata, anche relativamente alle falde acquifere; avviare rapidamente la perimetrazione dei terreni interessati da coltivazioni e allevamenti nelle aree coinvolte, per consentirne la conversione in agricoltura cosiddetta ‘no food’; rendere pubblici i nominativi delle società coinvolte a qualsiasi titolo nella produzione, nel trasporto e/o nello smaltimento illecito di materiali tossici; perpetuare una politica di inasprimento delle pene per i reati ambientali, da assimilarsi, a tutti gli effetti, sostanziali e processuali, a quelli di stampo mafioso e/o terroristico; vigilare che i lavori eventualmente affidati a ditte specializzate nel settore, non siano in alcun modo riconducibili, direttamente e indirettamente, a persone legate alla criminalità organizzata”.

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