ROMA. Con 427 sì e 167 no il decreto del fare ottiene la fiducia alla Camera. A favore lintera maggioranza, contro Sel, Movimento 5 Stelle, Lega Nord e Fratelli d’Italia che, insieme, hanno presentato 251 ordini del giorno.
Ora il timore è che, dato lostruzionismo delle opposizioni, la discussione e il voto finale richiedano parecchie ore e, dunque, una seduta fiume a Montecitorio. Con il decreto del fare, secondo il vicepresidente della Camera ed esponente del M5S, Luigi Di Maio, aumentano le accise sulla benzina ancora una volta. Lennesima presa in giro per trovare soldi che finanzino questa trovata propagandistica di basso livello. Ben più duro Matteo Bragantini della Lega: Mi sono chiesto cosa volesse dire decreto del fare. Poi ho capito: voleva dire fare marchette.
Dal Pd, la vicepresidente della Camera Marina Sereni accusa le minoranze e, in particolare, i grillini: Chissà dice lesponente democratica se i militanti e gli elettori del movimento di Grillo sanno che i loro deputati stanno bloccando il decreto del fare con un ostruzionismo fine a se stesso, messo in campo perché il governo, dopo un ampio confronto in commissione che ha portato ad accogliere anche proposte del M5S, non ha accettato la pretesa di avere approvati ad ogni costo altri loro emendamenti. Chissà continua Sereni se sanno che questo atteggiamento sta mettendo a rischio la possibilità che la Camera decida sulla legge contro l’omofobia e sulla riforma che supera il finanziamento pubblico dei partiti.