“Ho roghi al cuore”, il nuovo libro di Enrica Romano

di Gennaro Pacilio

Enrica Romano SANT’ARPINO. Dopo il successo del suo primo libro, Enrica Romano ha pubblicato la sua seconda opera.

A dimostrazione della sua poliedricità la scrittrice, che nella sua opera prima si era immersa in un impegnativo testo sulle differenze di genere, in quest’ultima si cimenta nella nobile arte poetica. “Ho roghi al cuore” è il titolo del libro pubblicato pochi giorni fa e che si avvale della prefazione del professor Giuseppe Limone, il quale definisce la poesia della scrittrice santarpinese “fatta di graffi, con una continua azione graffiante che fa emergere figure di movimenti, di persone, di rapporti, di desideri, di cose, di mete. In questa poesia urge un fuoco interminabile che si fa guerra di frantumi e di lampi – continua il professor Limone – ricerca di urti fra parole, custodia di forze e di pudore, desiderio segreto di leggerezza.

L’autrice sembra voler sperimentare scontri fra parole come fra particelle, quasi per farne sprizzare nuove energie. Si esprimono insieme, in un abbraccio serrato, la forza che imprigiona e la fuga, il fuoco e l’acqua, l’energia che frantuma e l’anima che se ne distacca. (“Settembre mi sorprende tra pioggia di gocce e raggi di fuoco”, “Bracieri nei nostri corpi gelidi”, “Amammo /il furore/ delle serpi nostre/in volo/”). Secondo l’illustre accademico “l’itinerario poetico della Romano si può idealmente scomporre in tre diversi segmenti narrativi, a volte contemporanei e sovrapposti.

Nel primo segmento lavora un’energia che frantuma; nel secondo segmento opera un eros oscuro che agglutina; nel terzo segmento emerge un desiderio aereo di liberazione”.In questa poesia urgono il fuoco e l’acqua, mentre dappertutto si annuncia il bisogno dell’aria. Sembra mancare il quarto elemento delle forze elementari del cosmo: la terra. Ma è solo un’illusione. La terra è ben presente, ma nella forma di ciò che essa produce: nella forma del frumento e della sua fecondità. “Questa poesia vive un’energia frantumata che cerca un filo: “Attorciglio il filo dei miei pensieri assurdi sul fuso della mia anima innocente”.

La poesia di Enrica Romano – conclude il professor Limone – vive roghi del cuore per liberare una luce. Questa poesia cerca grazia. La terra, attraverso il seme e l’acqua, può farsi desiderio di libertà. Lungo lo stelo che cerca l’aria si annuncia il desiderio di una farfalla, che cova il sentimento del volo e che una volta era fiore”. Nei prossimi giorni Enrica Romano inizierà il suo tour di presentazione del libro.

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