Ruby, il processo a Berlusconi va avanti

di Redazione

 MILANO. I giudici del tribunale di Milano hanno bocciato, dopo quattro ore di Camera di Consiglio, l’istanza presentata dalla difesa di Silvio Berlusconi per sospendere fino al voto di febbraio il processo sul caso Ruby per motivi elettorali e anche la richiesta di legittimo impedimento dell’ex premier per lunedì.

Il dibattimento, quindi va avanti. Nel processo Ruby l’ex premier è imputato per concussione e prostituzione minorile. L’istanza era stata avanzata dalle difese per motivi elettorali, in quanto l’ex capo del governo è ora a capo della coalizione del Pdl.

L’avvocato Ghedini ha formalizzato l’istanza sottolineando che ieri sono stati depositati tutti i simboli e che per i capi della coalizione da oggi è aperta la campagna elettorale e pertanto il legittimo impedimento per il leader del Pdl non è solo per oggi ma è generale e copre tutta la campagna elettorale. Con la richiesta di bloccare i processi, la difesa aveva chiesto anche la sospensione dei termini di prescrizione e ha ricordato che, in un’analoga situazione, in passato vennero fermati i processi Ariosto e Mills.

La decisione dei giudici della quarta sezione penale del tribunale di Milano è arrivata dopo circa quattro ore di camera di consiglio. Riguardo al legittimo impedimento dell’ex premier per lunedì il collegio ha ritenuto che la partecipazione di Berlusconi alla riunione convocata per stamattina a Roma relativa alla composizione delle liste elettorali che dovranno essere depositate entro il 31 gennaio “non implica un legittimo impedimento a partecipare all’udienza” odierna ed è “assimilabile” a una sua “scelta personale”.

Quanto alla sospensione del processo per ragioni di opportunità fino al termine della competizione elettorale richiesta dalla difesa, tale istanza non è stata accolta dal momento che il tribunale non può operare scelte di opportunità. Il collegio dunque ha deciso di proseguire con il dibattimento in quanto ha valutato che non esistono gli estremi per bloccare il procedimento fino a dopo il 24 e 25 febbraio.

“Con questa decisione il Tribunale è intervenuto pesantemente nella campagna elettorale. – dice Niccolò Ghedini – Una cosa del genere va a incidere sulla serenità della campagna elettorale”. “La Procura di Milano e i giudici di Milano. – attacca il segretario politico del Pdl, Angelino Alfano – Accomunati dallo stesso strumentale e gravissimo intento, ritengono che l’attività del presidente Berlusconi, in qualità di capo della coalizione, sia meno importante di partecipare a un’udienza. In questo modo, appare chiara la volontà di entrare a gamba tesa nella campagna elettorale, condizionandone fortemente gli esiti, per arrivare persino a una sentenza definitiva prima della competizione. È inammissibile quanto si delinea all’orizzonte. Come è inammissibile che la giustizia sia utilizzata a fini politici”.

Intanto, per un accordo tra accusa e difesa, Ruby, che era stata citata come teste per la difesa dell’ex premier, non sarà sentita in aula come testimone e parte offesa. Il tribunale, come avevano chiesto stamani i legali dell’ex premier, ha acquisito i verbali delle dichiarazioni rese dalla ragazza agli inquirenti. Subito dopo questa decisione Ruby ha lasciato il tribunale.

La difesa di Berlusconi ha chiesto di convocare come ulteriori testimoni l’attore George Clooney, l’attaccante del Real Madrid Cristiano Ronaldo, ai quali aveva fatto riferimento Ruby nei verbali in fase di indagine, e altriquattro testi, tra cui anche la mamma della giovane marocchina. Su queste richieste i giudici decideranno nella prossima udienza fissata per il 21 gennaio, mentre da programma la requisitoria dei pm dovrebbe essere fissata per il 28 gennaio, con la parola alle difese il 4 febbraio. Clooney e Ronaldo erano già stati citati nella lista dei testimoni della difesa dell’ex premier e i difensori si erano riservati di decidere se convocarli o meno dopo la testimonianza di Ruby.

Mini abito nero, stivali, giacca a vento imbottita e sciarpone al collo, Ruby è arrivata in tribunale accompagnata dal suo fidanzato Luca Risso e dai suoi legali, le avvocatesse Paola Boccardi e Daniela Damiano. Nonostante sia stata in Messico non aveva un velo di abbronzatura e sul volto un leggero trucco. Un aspetto ben diverso da quello che aveva quando si presentava alle serate in discoteca subito dopo la sua notorietà per il cosiddetto “Rubygate”. I carabinieri hanno transennato il corridoio per impedire a giornalisti e fotografi di avvicinarsi.

“Sono qui per essere ascoltata” aveva detto Ruby ad alcuni cronisti mentre i giudici erano in Camera di consiglio. Dopo la rinuncia alla testimonianza, Ruby ha lasciato il tribunale senza rilasciare dichiarazioni. Il suo legale, l’avvocato Boccardi, ha detto: “Non è arrabbiata, ma stupita perché voleva essere ascoltata”.

Il procuratore aggiunto di Milano, Ilda Boccassini, si è opposta alla richiesta della difesa di Berlusconi di riconoscergli il legittimo impedimento e la sospensione del processo sul caso Ruby. “Ritengo che non siamo affatto nelle occasioni minimali del legittimo impedimento” ha detto il pm, aggiungendo di volere che “il processo vada avanti”. Per quanto riguarda la questione di opportunità politica, il magistrato ha detto che sono “questioni che non dovrebbero entrare nelle aule di tribunale. Io chiedo che questo processo vada avanti, perché un processo non può essere sospeso per una campagna elettorale. Questa richiesta non è una questione di diritto che si deve affrontare in un tribunale”.

“Silvio Berlusconi non è il segretario politico nazionale del partito, perché è Alfano, e non è nemmeno il candidato premier” ha detto il pm Boccassini chiedendo ai giudici il rigetto delle istanze della difesa sul legittimo impedimento. “La riunione di oggi tra l’altro – ha aggiunto Boccassini – si svolge nella sede privata di Berlusconi, a palazzo Grazioli”.

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