Torpignattara: “I killer italiani o dell’Est Europa”

di Redazione

 ROMA. I due rapinatori-killer di Torpignattara “parlavano in italiano o comunque dall’accento potrebbero essere dell’Est Europa”.

E’ quanto avrebbe riferito agli investigatori Zengh Lia, la mamma di Joy, la bimba di 9 mesi uccisa a Roma insieme al padre, un cittadino cinese di 31 anni. La donna, ancora ricoverata all’ospedale San Giovanni di Roma, perché ferita ad un braccio da un taglierino, è stata ascoltata sabato mattina dai carabinieri del nucleo investigativo. Venerdì sera ha ricevuto una breve visita dell’ambasciatore cinese in Italia, Wei Ding. L’incontro è durato soltanto pochi minuti.

Fisicamente Zengh Lia sembra essersi ripresa ma è chiaramente ancora sotto shock ed è apparsa “molto preoccupata”. Appena ha potuto anche ai membri dell’entourage dell’ambasciatore a bassa voce ha approfittato per chiedere notizie di sua figlia e di suo marito: “Come sta Zhou? Come sta Joy?”. Ma le risposte evasive, in particolare le frasi di circostanza “di pensare lei a guarire” non sembravano averla convinta e l’espressione della sua faccia era “alquanto preoccupata”, ha raccontato chi ha assistito all’incontro. Solo stamattina gli psicologi dell’ospedale le hanno rivelato la verità su quanto accaduto tre giorni fa.

Continua, intanto, il lavoro degli investigatori per far luce sui tanti interrogativi legati al sanguinoso agguato. A partire dalla borsa della donna ritrovata in una casa diroccata a pochi chilometri dal luogo dell’agguato. Quando i carabinieri del Comando provinciale sono arrivati nel casolare e hanno aperto la borsa hanno infatti scoperto che tutto era al suo posto: il cellulare, i documenti, ma soprattutto diecimila euro in contanti. Soldi di cui la donna non aveva parlato e che, ora dice, “non sono l’incasso del bar, ma vengono dalla nostra attività di money transfer in cui raccogliamo denaro per trasferirlo all’estero, soprattutto dai nostri connazionali”.

E nel tardo pomeriggio di venerdì sono stati ritrovati anche il motorino e i caschi usati dai banditi il 4 gennaio: borsa, caschi e una maglietta nera arrotolata sono stati consegnati ai carabinieri del Ris che ora sono a caccia di impronte. La loro cattura sembra ormai questione di ore.

I carabinieri stanno passando al setaccio i quartieri di Centocelle, Tor Pignattara, Pigneto e Alessandrino. In strada anche i 145 militari appena arrivati in virtù del Terzo patto per Roma sicura. Posti di blocco lungo le strade dei quartieri. Solo nelle ultime 48 ore, durante i controlli, i carabinieri hanno arrestato 56 persone, di cui la metà stranieri, e ne hanno denunciate altre 37. Gli arresti sono stati eseguiti quasi tutti in flagranza di reato. Undici gli arresti per spaccio, con il sequestro di 4 chili di hashish e altre migliaia di dosi di vari tipi di droghe pronte ad essere immesse sul mercato. Più di mille le persone e 460 i mezzi controllati.

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