Sant’Arpino, Comune respinge accuse social di Borrelli: “Fango sul vicesindaco Belardo”

di Redazione

Sant’Arpino (Caserta) – L’Amministrazione Comunale di Sant’Arpino, guidata dal sindaco Ernesto Di Mattia, respinge con assoluta fermezza quelle che ritiene “le gravissime affermazioni contenute in un post pubblicato sui social dall’onorevole Francesco Emilio Borrelli, basato su una segnalazione anonima, non verificata e diffusa con leggerezza inaccettabile, che getta fango sull’operato del Comune e colpisce direttamente e ingiustamente il vicesindaco Speranza Belardo”.

Il post di Borrelli – “A Sant’Arpino, in via Tenente Ziello, c’è un’azienda agricola fatiscente che vende prodotti spacciandoli per propri ma li compra al mercato di Aversa. Strutture abusive, zero scontrini, topi sui prodotti, rifiuti ovunque. Anni fa l’Asl intervenne con l’esercito per l’arroganza del proprietario. Il camion con cui girano è senza assicurazione e collaudo. Abbiamo segnalato più volte ma nessuno interviene perché la moglie del proprietario è vicesindaco. Il vicinato è esasperato da urla, caos e litigi continui. La preghiamo di aiutarci a far uscire tutto questo. Sono segnalazioni gravissime. Attenzionerò subito la vicenda, chiedendo verifiche su igiene, rifiuti, fiscalità e sicurezza”. Questo si legge nel post apparso sulla pagina Facebook del parlamentare di Avs.

La replica: “Belardo estranea alla vicenda” – Nel mirino dell’Ente finisce, in particolare, la ricostruzione secondo cui presunte irregolarità non sarebbero state perseguite perché il vicesindaco sarebbe la moglie del proprietario dell’azienda agricola citata. Per l’Amministrazione si tratta di “un’affermazione falsa, diffamante e gravemente lesiva dell’onorabilità personale e istituzionale” della stessa Belardo. L’amministrazione contesta punto per punto l’impianto delle accuse, chiarendo che il vicesindaco “da anni è legalmente separata, non convive, non ha alcun rapporto di gestione né di interesse con il soggetto indicato e, soprattutto, non ha mai interferito né direttamente né indirettamente con l’attività amministrativa del Comune nei confronti del proprietario dell’azienda”.

“Nessun cittadino protetto” – L’Amministrazione comunale precisa, inoltre, che non esistono cittadini “protetti” a Sant’Arpino, “né tantomeno per ragioni di parentela reale o presunta”. E rivendica l’attività amministrativa svolta nel tempo: “nei confronti dei proprietari dei fondi di via Tenente Ziello, così come di tutti gli altri cittadini, sono stati nel tempo adottati atti, diffide e ordinanze, regolarmente notificati, nel pieno rispetto della legge”. Nel documento si sottolinea anche la collaborazione con Asl, forze dell’ordine e altri enti competenti, “senza mai ostacolare controlli o verifiche”.

L’attacco al metodo – Il Comune giudica “gravissimo” che un parlamentare della Repubblica, “che peraltro riveste anche il ruolo di giornalista”, abbia diffuso accuse ritenute circostanziate “senza una minima verifica”, affidandosi “a un racconto anonimo” e costruendo “una narrazione insinuante che lascia intendere favoritismi e coperture inesistenti”. Una condotta che, secondo l’Amministrazione, “nulla ha a che vedere con la tutela della legalità e molto con la ricerca di visibilità politica”.

“No alla gogna mediatica” – “Se vi sono irregolarità, le autorità competenti intervengano senza esitazioni, come è giusto che sia”, aggiunge l’Ente, che però non accetta “che Sant’Arpino e i suoi amministratori vengano messi alla gogna mediatica sulla base di menzogne e insinuazioni”. Il vicesindaco Speranza Belardo, definita “amministratrice corretta, trasparente e rispettosa delle istituzioni”, “ha già presentato formale denuncia per diffamazione, a tutela della propria immagine e della dignità dell’Ente che rappresenta”.

La richiesta di rettifica – L’Amministrazione invita infine Borrelli a “rettificare pubblicamente le affermazioni false diffuse”, a “smettere di utilizzare i social come tribunali sommari” e ad affrontare “problemi reali con atti concreti e non con video sensazionalistici”, rimarcando che “seri professionisti integerrimi che si adoperano per migliorare le condizioni e gestire al meglio la comunità di Sant’Arpino non meritano di essere coinvolti”. Chiusura netta: “Sant’Arpino non accetta lezioni di legalità da chi costruisce accuse senza prove. La legalità si difende con i fatti, non con il fango”.

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