Il “day after” a Genova: tra vittime e rabbia

di Mena Grimaldi

 GENOVA. Il giorno dopo la tragedia, Genova appare come una città spettrale. E’ stato imposto il divieto di circolazione per le auto private.

Le strade sono deserte, girano solo i mezzi di soccorso impegnati a liberare abitazioni, negozi, garage dal fango. Mezza città è coperta dal fango. Centinaia le auto, i motorini, detriti e qualsiasi cosa la furia dell’acqua ha trascinato con se sono accartocciati in vari angoli delle zone più colpite, come via Fereggiano. Genova sembra il set di un film apocalittico. In alcuni punti si sono aperte voragini immense. La pioggia e le esondazioni dei fiumi hanno spazzato via ogni cosa.Le zone immerse nel fango, oltre a via Fereggiano, sono la stazione Brignole e Sturla.

Intanto, la Procura di Genova ha aperto un fascicolo sulle sei vittime dell’alluvione. Un atto dovuto, al momento, senza ipotesi di reato. Le sei vittime dell’alluvione sono tutte donne, comprese due sorelline, Gioia, 8 anni, e Janissa, 1 anno, morte insieme alla madre mentre cercavano riparo nell’androne di un palazzo. Maria Costa, invece, aveva 19 anni e si era precipitata a prendere il fratellino a scuola: sono stati spazzati via dall’acqua. Il fratellino è riuscito a salvarsi, lei no. Le altre due vittime sono l’edicolante di via Fareggiano, Evelina Pietranera, 50 anni, e Angela Chiaramonte, 40 anni, un’infermiera dell’ospedale di Genova.

“E’ una tragedia per danni e lutti – ha detto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano – ora bisogna capire quali siano state le cause”. Nel frattempo, è ancora “allerta 2” e lo sarà fino a domenica. Preoccupazione per le abbondanti precipitazioni previste per la giornata di sabato. “Oggi dovrebbe essere una giornata come quella di ieri”, ha detto l’assessore allaProtezione civile, Francesco Scidone.

Genova è arrabbiata e sotto shock. Alcuni residenti di via Fereggiano, uno dei luoghi più colpiti dall’alluvione, ha duramente contestato il sindaco Marta Vincenzi che era andata sul posto per rendersi conto della situazione: “Vergogna, vergogna, vattene a casa, dimissioni. Qui non sei su Facebook, qui siamo nel tempo reale”, hanno urlato.

“Io non ho colpa”,risponde il sindaco del Pd Vincenzi, così come ha fatto per tutta la giornata di venerdì. “Abbiamo avvisato la cittadinanza di non usare i mezzi privati. Ma ricordare i comportamenti da tenere in queste occasioni non è bastato”. “La scelta di mandare i bambini a scuola – ha aggiunto il primo cittadino – è stata provvidenziale, immaginate cosa sarebbero stati 40mila bambini portati in macchina dai nonni, dai parenti o dagli amici in giro per la cittá durante l’alluvione”.

Alluvione a Genova – Playlist video da YouTube

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