Bossi: “Difficile arrivare al 2013”. Berlusconi: “Nessuno screzio con Tremonti”

di Mena Grimaldi

Bossi-BerlusconiROMA. “E’ obiettivamente complicato arrivare al 2013. E’ difficile spennare la gente e poi farsi votare: meglio votare prima. Il problema è Berlusconi”.

Questo è quanto ha dichiarato Umberto Bossi ai giornalisti nella mattinata di giovedì. Il leader della Lega Nord, dunque, ha ribadito oggi il suo scetticismo sulla possibilità di arrivare a fine mandato, a differenza del suo alleato, Silvio Berlusconi, intenzionato e sicuro di terminare la legislatura. Qualche ora dopo, quasi a voler stemperare le sue dichiarazioni iniziali Bossi ha detto che però prima della primavera vuole una nuova legge elettorale E solo dopo si potrà pensare di andare alle urne. “Non mi pare possibile andare a votare nella primavera del 2012, bisogna fare la legge elettorale. Sarà un po’ dopo”.

Alle domande, invece, su una possibile nuova manovra Bossi ha detto: “Non so se ci sarà un’altra manovra ma non viviamo momenti sereni e tranquilli”. E proprio sulla crisi economica, il premier, mentre si recava alla Camera per la votazione sul ddl intercettazioni, ha dichiarato: “Ci fanno ridere quando ci chiedono di fare un passo indietro. Un altro governo cosa farebbe?” Berlusconi, dunque, attacca la presa di posizioni di quanti, tra industriali e vescovi, auspicano un nuovo governo in grado di uscire dalla crisi della zona euro.

Il Cavaliere ha anche negato ogni screzio con Giulio Tremonti, accusato da un numero crescente di ministri di essere incapace di pianificare misure di stimolo per la crescita del Paese. “Con Tremonti c’è assoluta concordia. Il problema è che non si possono fare le nozze con i fichi secchi”, ha detto ancora il premier. In questo caso gli ha fatto eco Bossi: “La situazione non è così grave come la descrivete voi giornalisti”.

Altro nodo su cui Berlusconi e Tremonti devono trovare l’accordo politico è quello del successore di Mario Draghi alla guida della Banca d’Italia. Su questo Berlusconi oggi ha rivendicato oggi il fatto che la legge affidi al presidente del Consiglio la responsabilità di proporre il nome del successore al Consiglio superiore della Banca e al Capo dello Stato. Per prendere una decisione, ha aggiunto, c’è tempo fino al primo novembre, data di insediamento di Draghi a Francoforte. Secondo diversi deputati presenti al colloquio, Berlusconi riferendosi alla vita interna del partito avrebbe detto: “Cambieremo nome al partito perché bisogna dare segnali di cambiamento e novità. Ci sono proposte? Fatevi avanti”.

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