Moscati, ancora “turni disumani” per i sanitari

di Nicola Rosselli

AVERSA. Ancora caos al pronto soccorso dell’ospedale “San Giuseppe Moscati” di Aversa. Dopo gli episodi di sabato scorso, lunedì pomeriggio si è ripetuto il caso di mancato cambio di fine turno …

… con un sanitario costretto a trattenersi per ben dodici ore di filato, dalle 8 alle 20, presso la struttura ospedaliera in un reparto dove il lavoro da svolgere è semplicemente assurdo, vorticoso, come i numeri dei pazienti che fanno ricorso al pronto soccorso del nosocomio aversano (secondo, lo ribadiamo, in Campania, solo a quello del “Cardarelli” di Napoli) stanno a dimostrare, fosse solo per un bacino di utenza che si aggira su un popolazione di trecentomila abitanti, senza contare alcuni comuni dell’hinterland settentrionale di Napoli che gravitano sull’agro aversano per tradizione e vicinanza.

Sempre lunedì, nella mattinata, i sanitari del pronto soccorso hanno avuto l’ennesima sorpresa: gli armadietti con i vestiti e gli effetti personali sono stati spostati da quelli che erano i loro locali spogliatoio in un’altra ala del nosocomio, praticamente all’opposto, nei pressi degli uffici della direzione sanitaria. “E’ il modo in cui hanno messo in atto questa ennesima inspiegabile offesa a nostro carico – afferma uno dei sanitari addetti al reparto, che preferisce mantenere l’anonimato essendoci un preciso ordine di servizio della struttura sanitaria aversana che vieta ai medici di rilasciare dichiarazioni ai giornalisti – Siamo di fronte ad una violenza gratuita. Come si fa a trattare delle persone che stanno facendo il loro dovere in questo modo?”.

Dagli addetti ai lavori è stato inoltre rivelato che per effettuare l’inaugurazione di chirurgia generale nella giornata di venerdì, gli spogliatoi in questione erano, di fatto, diventati dei depositi di materiale di ogni tipo, rifiuti compresi. “Come si fa – si chiedono i sanitari del pronto soccorso aversano – a lavorare con questo stato d’animo? E’ veramente difficile continuare a fare il nostro lavoro”. Un lavoro sempre più difficile da portare avanti tenuto conto che, a fronte di 18 medici in organico, ve ne sono solo 13, con tutte le conseguenze del caso.

Dinanzi a questa che sembra un’immotivata guerra di nervi giocata con i sanitari del reparto in questione, si deve registrare, dopo che la notizia era stata riportata su queste colonne, la riapertura del corridoio che consente di raggiungere in tempi brevissimi l’unità coronarica e la rianimazione direttamente dal pronto soccorso, chiuso tra venerdì e sabato. In questo scenario che non cambia nel mese di agosto, rimanendo costante, brilla per la sua assenza, fosse solo per spiegare certe scelte, la direzione sanitaria, mentre si è in attesa del nuovo commissario dell’Asl Caserta.

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