D’Angiolella: “Colombiano si era sempre lamentato di Bocchino”

di Pina Vitolo

 SAN MARCELLINO. “Diceva bene il dottor Bocchino, pubblicamente e con molti altri, che Colombiano non poteva aspirare alla carica di sindaco per diverse lacune.

Certo è che la memoria non dipende dalla statura delle persone, ma mi rendo conto che la confusione e la critica sconclusionata non aiuta a migliorare, così come neanche i proclami pubblicitari sui cartelloni sei per tre”. Così l’ex capogruppo della ‘Bilancia’, Francesco D’Angiolella, in merito alle dichiarazioni di Colombiano di qualche giorno fa. La discussione tra i due sembra non finire per ora. “C’è bisogno, perciò, di fare chiarezza. – continua D’Angiolella – Solo qualche sciocco sprovveduto, politicamente parlando, non sa quanto io sia stato combattuto nel governo Bilancia, quando ho cercato di portare in essa un po’ di responsabile democrazia, a vantaggio di tutti, compreso Colombiano, che dal 1997, pur nella sua piena attività, si è sempre lamentato che il sindaco Bocchino non faceva comandare nessuno. Motivo per cui dopo giurava, ritenendolo responsabile anche della sconfitta nel 2006, che anche il suo solo voto sarebbe stato contro il dottor Bocchino. Poi, chissà per quale motivazione, i loro reciproci e rispettivi convincimenti sono cambiati. Miracolo della coerenza politica e non solo!”. “Intanto, però, Colombiano, tra l’altro – spiega l’ex capogruppo della Bilancia – riusciva a portare nel comune, ai lavori pubblici, il suo ingegnere napoletano che, da dirigente, garantiva tutte le sue indicazioni, tranne quelle del sindaco Bocchino. Segnale di essere stato eletto sempre e solo con i miei voti personali di stima e non di obbligazioni”.

“Nella votazione a più preferenze – sottolinea D’Angiolella – non temo neanche questo tipo d’imprenditore, così come nel 1988 raccolsi circa 700 voti senza alcuna pretesa di carica. Erano tempi in cui questo imprenditore votava ‘Orologio’. Poi dopo, dal 1997, forse per motivi di cava, iniziò a fare parte dalla ‘Bilancia’. Ora, offuscato e confuso, questo silenzioso personaggio vuole iniziare a parlare, ma non aziona il suo cervello e ripete le sciocchezze del suo suggeritore”.

D’Angiolella, poi, spiega quanto detto da Colombiano in merito al fatto di essere stato l’unico assessore al bilancio a votare contro il suo bilancio e a non dimettersi: “La mia delega nel 2004 di assessore al bilancio non fu mai revocata ma, invece, fu cambiata in assessore ai rapporti con la giunta, cioè in una delega vuota e, per questo motivo, la restituii pubblicamente in seduta consiliare”. “Non ho mai mirato alle convenienze politiche – precisa l’ex capogruppo – ma al rispetto della dignità delle persone e non delle loro tasche. Questo mi offenderà sempre ed è ora anche motivazione della mia lotta politica, senza alcun risentimento come qualche sciacallo vorrà intendere, in questa competizione elettorale”.

“Colombiano dimentica – sottolinea D’Angiolella – che il professor Fabozzi dopo essere stato trombato come candidato a sindaco nel 2006, esperì il tentativo di fare la sua lista, poi, dopo essere stato prima preso e successivamente mollato insieme a Dongiacomo da Carbone, diventò all’insaputa di altri, candidato a consigliere comunale per volere di Bocchino con la conseguente estromissione dalla Bilancia di altro già candidato prima. Altro che esempio politico da seguire per il bene del gruppo. Perché Colombiano maschera questa verità? Come potevo pretendere di fare il candidato a sindaco nel 2006, quando poi avevo già abbandonato questo gruppo per il dissidio a causa della delega cambiata? Come potevo scioccamente pretendere di guidare il gruppo di maggioranza ‘Bilancia’ e di minoranza ‘Orologio’ tutti insieme poi? La candidatura a sindaco fu accettata solo per rispetto verso i miei concittadini con l’intento di dimostrare la mia diversità politica, pur consapevole delle enormi difficoltà apparenti. Anche queste verità non sono state ben ricordate dal suo mendace suggeritore, oppure lui è amante di mettere solo zizzanie e di non sapersi interessere ad altro? Anche per tutte queste incoerenze ed incongruenze altrui, la Bilancia perse le elezioni”.

“Personalmente – spiega l’ex capogruppo – mi danno fastidio l’imposizione, la mancanza di rispetto, la candidatura traslata, passivamente apprezzata per gli ‘altri mezzi’ ed abbondantemente disconosciuta prima, specie quando ad imporla sono alcuni vecchi ex consiglieri comunali, dopo non essere riusciti a formare la nuova lista di ‘Liberamente’. Capisco che molti imprenditori hanno la cultura della bugia”. “Diventa più che ridicolo Colombiano – incalza D’Angiolella – quando, vantandosi prima per la mia scelta a sindaco nel 2006, pensa di aver perso quelle elezioni per colpe altrui. Non è neanche onesto a ricordare che nell’amministrazione 2001-2006 feci l’assessore al bilancio e quindi l’amministratore solo per quattro mesi, mettendo a segno l’esenzione dell’Ici per le case in comodato d’uso tra parenti e l’esenzione della Tarsu per le case non abitate: la mia sobria attività e non-superficialità del ruolo nella carica ricoperta dava fastidio perché mi dovevo abituare invece all’ubbidienza collettiva”.

“Dimentica – puntualizza l’ex capogruppo – come la sua e le diverse altre arroganze di conquiste di posizioni, di privilegi politici e di rinnovi di giri assessoriali, tutte all’insegna della noncuranza della comunità amministrata, hanno pesato negativamente sull’esito delle elezioni del 2006”. “Saranno gli incontri elettorali prossimi a portare sempre più chiarezza – conclude D’Angiolella – con la speranza ora che comincino tutti ad occuparsi di seria politica e non di sterili e vergognose polemiche. Non c’è tempo per i ciarlatani, ma solo per confronti responsabili e qualificanti nel rispetto dovuto all’intera cittadinanza”.

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