Riforma giustizia, Bersani: “Contiene cose inaccettabili”

di Redazione

Pier Luigi Bersani ROMA.Sulla riforma della giustizia che giovedì sarà al tavolo del Consiglio dei ministri, come annunciato dal ministro della Giustizia, Angelino Alfano, il Partito Democratico è pronto a dare battaglia.

Il segretario Pier Luigi Bersani anticipa: “Vedremo le carte, ma le premesse non sono buone. È un treno senza stazione”. “Le anticipazioni sulla riforma della giustizia – spiega – contengono elementi inaccettabili. C’è un elemento di manovra per dare copertura sul piano politico generale e costituzionale al bricolage domestico dell’aggiustamento delle leggi ad personam, e continuare a non parlare dei problemi seri della giustizia”.

“Avremo mesi in cui si continuerà a parlare di giustizia – ha detto ancora Bersani – senza concludere nulla e questo, viste le intenzioni, potrebbe anche essere positivo, ma senza riuscire a occuparsi dei problemi veri del Paese. Noi le nostre proposte per migliorare il servizio-giustizia le abbiamo presentate ed è su questo che non si sta lavorando”. “O si fanno leggi ad-personam – ha osservato il segretario del Pd – o si prospettano riforme costituzionali negative, che non approderanno a nulla. Non ci si preoccupa mai del funzionamento della giustizia per i cittadini, la giustizia è la cosa di cui si è parlato di più da quando c’è Berlusconi, ma in cui si è fatto di meno per modernizzare il servizio”. “Questo è abbastanza agghiacciante, perchè vuol dire che questo tema serve a Berlusconi per proteggersi o fare dei diversivi e un tema preso in ostaggio dal presidente del Consiglio. Si parli di giustizia ma per favore il governo pensi anche a mettere mano ai temi economico-sociali. È allucinante che siamo l’unico Paese occidentale a non concentrarsi su fenomeni di gravità enorme -ha concluso Bersani- come occupazione, controllo dell’inflazione e del debito”.

La bozza sarà illustrata dal ministro Angelino Alfano al presidente Repubblica Giorgio Napolitano, poi andrà all’esame di Camera e Senato. La riforma prevede la separazione delle carriere tra giudici e Pm; la divisione del Consiglio superiore della magistratura in due (uno per i giudici l’altro per i pm);e l’obbligo dell’azione penale, ma secondo le priorità stabilite dalla legge. Il Csm dei pm potrà essere presieduto da un procuratore generale della Cassazione eletto dal Parlamento.

Dei tre punti centrali del testo, quello oggetto di tensione tra maggioranza e opposizione restala separazione delle carriere. L’Udc e Fli ribadiscono il loro ‘No’ ad “intenti punitivi” nei confronti dei magistrati, ma si dichiarao disponibili a discutere. Le toghe, intanto, sono già in fermento: l’Associazione nazionale magistrati riunirà in giornata la Giunta per fare il punto su eventuali iniziative di protesta.

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