Pdl e Lega lanciano controffensiva a Fini su casa Montecarlo

di Redazione

da sin. Fini, Berlusconi e BossiROMA. Parte la controffensiva del Pdl, col sostegno dalla Lega, contro l’ex alleato Gianfranco Fini.

La Procura di Roma ha ricevuto dalla Farnesina le annunciate “carte diSanta Lucia” che riguardano la famosa vicenda della casa An a Montecarlo, vendute a delle “off shore” e che sarebbe poi finita nella disponibilità di Giancarlo Tulliani, fratello di Elisabetta, attuale compagna di Fini. Da parte sua, il presidente della Camera sostiene di aver avuto assicurazioni dal cognato di una sua assoluta estraneità ai fatti e tempo fa annunciò anche le dimissioni nel caso Tulliani fosse risultato il proprietario di quell’appartamento. “Giancarlo (Tulliani, il cognato di Fini, ndr) mi ha assicurato che lui non c’entra nulla con quelle società. L’ho strizzato, ho cercato in tutti i modi di farmi spiegare come stiano le cose e devo credergli”, ha detto Fini a la Stampa.

CONSEGNATI DOCUMENTI DI ST. LUCIA. Il ministero degli Esteri ha consegnato alla Procura a Roma i documenti dell’isola di St Lucia, dove hanno sede le off shore in questione. Si tratta, in tutto,di tre-quattropagine scritte in inglese, sulle società “Printemps Ltd” e “Timara Ltd”, che in tempi diversi hanno gestito l’immobile di Montecarlo ereditato da An nel 1999 e venduto nel 2008 per circa 300 mila euro. Dal carteggio risulterebbe che il titolare delle società sarebbe Giancarlo Tulliani. Il procuratore capo, Giovanni Ferrara, e l’aggiunto Pierfilippo Laviano hanno disposto la traduzione dei documenti. I documenti costituirebbero il risultato di un’attività investigativa del ministro della Giustizia di St Lucia.

IL 2 FEBBRAIO UDIENZA SURICHIESTA ARCHIVIAZIONE. Due le strade che potranno essere intraprese dai pm: l’integrazione delle posizioni di Fini e dell’ex tesoriere di An, Francesco Pontone, oppure l’apertura di un nuovo fascicolo. Per il 2 febbraio è fissata l’udienza di opposizione alla richiesta di archiviazione del procedimento avanzata dai pm sulla base del presupposto che non c’è stata “nessuna truffa”. A proporre opposizione i denuncianti del 30 luglio scorso, gli esponenti de La Destra Roberto Buonasorte e Marco Di Andrea, nonchè un gruppo di militanti del Pdl di Domodossola.

INTERROGAZIONE AL SENATO. L’interrogazione urgente del Pdl sulla vicenda è pronta al Senato e dovrebbe essere calendarizzata per giovedì mattina. L’interrogazione è del senatore del Pdl, Luigi Compagna, e chiede al presidente del Consiglio e in particolare al ministro degli Esteri di “sapere se e quali atti abbia compiuto al fine di verificare la veridicità degli elementi riportati dalla stampa riguardanti la proprietà dell’immobile situato a Montecarlo al n. 14 di Rue Princesse Charlotte e se detti elementi siano sufficienti a chiarire definitivamente e in modo rispondente alla verità dei fatti l’intera vicenda”.

BOSSI: “FINI SI DIMETTA”. Secondo Bossi, Fini “si deve dimettere”, con Lega e Pdl hanno rinnovato alla conferenza dei capigruppo di Montecitorio la richiesta di un dibattito sul ruolo del presidente della Camera dopo la nascita di Fli. Fini ha rinviato la questione alla giunta per il Regolamento, da lui presieduta. Il capogruppo della Lega, Marco Reguzzoni, ha sollecitato una pronta convocazione dell’organismo per discutere della questione.

FRATTINI: “FINI NON PUò CHIEDERE DIMISSIONI PREMIER”. Interviene anche il ministro degli esteri Franco Frattini, secondo cui chiedere le dimissioni del presidente del Consiglio “può essere normale” da parte del capo dell’opposizione ma “non da parte del presidente della Camera” al quale si richiede, in ogni caso, “imparzialità”. Frattini ha parlatodi “due elementi di rottura”. Il partito che fa capo a Fini opera come partito d’opposizione, ha sottolineato Frattini ricordando che Fli si era dichiarata “sempre leale al centrodestra e mai sleale con il governo” salvo poi arrivare alla sfiducia. Il secondo elemento è legato al fatto che Fini, da presidente della Camera ha chiesto per la seconda volta le dimissioni del Premier.

BRIGUGLIO: “BERLUSCONI NON HA TITOLO PER CHIEDERE CAMBIAMENTO”. In difesa di Fini arriva Carmelo Briguglio, capo della segreteria di Fli:”Vedo che molti nel Pdl e nella Lega hanno perso la memoria politica: è stato il presidente del Consiglio, con un attacco mediatico senza precedenti, a chiedere per primo le dimissioni di Fini da presidente della Camera e non il contrario. Adesso, dopo avere rotto il gentleman agreement tra uomini delle istituzioni, imponendo una prepotente politicizzazione anche delle relazioni tra alte cariche dello Stato, Berlusconi non ha titolo di lamentare un cambiamento che egli stesso ha provocato nella vita politica e istituzionale del Paese”.

CASINI. “UMILIATE LE ISTITUZIONI”. L’esito dell’inchiesta sulla casa di Montecarlo dimostrerà “chi ha cercato vendetta”. Con quella vicenda “siamo al ridicolo e in uno stato di umiliazione delle istituzioni”, ha detto il leader dell’Udc, sottolineando di aver apprezzato la risposta di Fini che ha invitato a mandare le carte ai magistrati dando “un esempio di correttezza. Questa è la differenza tra noi e gli altri, noi siamo disponibili ad approfondire mentre qualcuno pensa di non dovere rispondere a nessuno. Questo fa capire la nostra diversità”. Casini ha aggiunto che “Fini regista del caso Ruby è qualcosa che fa scappare da ridere, anzi da piangere”. Il leader centrista è andato all’attacco sottolineando che “se la maggioranza e il presidente del Consiglio affidano a Lavitola i propri destini vuol dire che questo è un Paese molto particolare…”.

IDV: “ATTACCO A FINI E’ UN DIVERSIVO”. “L’attacco al presidente della Camera con la richiesta di dimissioni e di dibattito parlamentare sono solo tentativi di distrarre l’opinione pubblica e di non parlare dei veri problemi del Paese. PdL e Lega vogliono in questo modo anche distogliere l’attenzione dallo scandalo che sta travolgendo Berlusconi. È la loro solita tattica”, afferma il portavoce Idv Leoluca Orlando.

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