Pacchi bomba: migliorano i due feriti. Falso allarme in ambasciata irlandese

di Redazione

 ROMA. Migliorano le condizioni dei due dipendenti delle ambasciate di Svizzera e Cile che giovedì mattina hanno riportato gravi lesioni per l’esplosione di due plichi-bomba giunti nelle sedi diplomatiche romane.

Intanto, venerdì mattinanuovo allarme bomba, poirivelatosi infondato, come quello di ieri all’ambasciata ucraina. Intornoalle 11 all’Ambasciata d’Irlanda, in via Giacomo Medici a Trastevere, alcuni funzionari hanno notato nel centro smistamento postale un plico giallo come i due esplosi giovedì alle ambasciate di Svizzera e Cile. Polizia e artificieri, giunti subito sul posto, hanno aperto il plico,con francobolli ma privo di timbri postali, ma all’interno c’erano solo biglietti d’auguri.

FERITO CILENO. Tornando ai feriti, sono ricoverati al Policlinico Umberto I di Roma. Le conseguenze dell’esplosione dei due pacchi bomba sono state più gravi per Cesar Mella, dell’ambasciata Cilena, rispetto a quelle subite da Andreas Clemens dell’ambasciata Svizzera. Mella ha riportato una gravissima lesione da scoppio a carico della mano sinistra con fratture multiple e vasta lesione dei tessuti molli. L’arto sarà salvato ma per l’uomo c’è stata “amputazione traumatica del quinto dito alla base e del quarto dito a livello della falange prossimale”, nonché “avulsione del primo dito (pollice): un peduncolo vascolare del primo dito era integro e – spiegano i sanitari – si è perciò proceduto a riposizionamento del dito in sede”. “Le varie fratture – è specificato nel bollettino medico – sono state stabilizzate e le ferite suturate. A livello del torace presenza di ferite lacero-contuse e ustioni con presenza di corpi estranei – che sono stati rimossi – nei tessuti molli. Le ferite sono state suturate”. L’uomo presenta anche segni di ustioni alle palpebre, una ferita sclero-corneale a destra “con sospetta presenza di corpo estraneo endobulbare non confermata alla TC”: anche questa ferita è stata suturata. Lesioni simili ma di minore entità carico dell’occhio sinistro.

FERITO SVIZZERO. Per quanto riguardaClemens, questipresentava perdita di sostanza di tutti i tessuti molli della falange distale delquarto dito, numerose fratture del polso e di tutte le falangi oltre a lesioni delle parti molli del palmo. Le fratture sono state tutte stabilizzate anche con l’uso di fissatore esterno, la falange distale del IV dito conservata e protetta con un innesto di cute e sottocute prelevato da altra parte del corpo. I tendini, i vasi ed i nervi del palmo della mano risultavano integri. Ricostruzione e sutura della ferite. Erano presenti lesioni di modesta entità a carico delle braccia, del torace e del viso che sono state pulite e medicate. I due pazienti restano sotto stretta osservazione.

INDAGINI. Gli inquirenti ritengono “attendibile”la rivendicazione della Fai, la Federazione anarchica informale.La tecnica utilizzata,l’invio tramite posta di videocassette piene di esplosivo e bulloni, è tipica infatti delle frange violente di anarchici.In passato si sono verificati attentati similinel nostro Paese.Anche la decisione di colpire obiettivi come le sedi diplomatiche di Svizzera e Cile è giudicata non casuale alla luce degli arresti di alcuni anarchici italiani nella Confederazione e della morte di Maurizio Morales inSudamerica. Al vaglio degli inquirenti ci sono ora, in attesa dei risultati di laboratorio sulle tracce lasciate dalle esplosioni, anche i legami tra anarchici-insurrezionalisti italiani e greci. Tra le diverse possibilità al vaglio degli inquirenti, infatti, c’è anche quella che ipotizza un attentato elaborato da gruppi anarco-insurrezionalisti in riferimento alla vicenda carceraria di alcuni esponenti della galassia anarchica attualmente detenuti nelle carceri elvetiche. Tra questi figura anche Marco Camenisch, militante rivoluzionario antinucleare svizzero, negli anni ’90 più volte detenuto in Italia e successivamente, nel 2002, estradato in Svizzera.

I PRECEDENTI. Il Paese elveticoè finito già in passato nel mirino degli anarchico-ecologisti e dei fondamentalisti islamici: proprio davanti all’ambasciata elvetica a Roma il 5 ottobre era stato trovato un ordigno incendiario. Era vicino al muro di cinta e non esplose, ma conteneva il messaggio “Costa, Silvia e Billy liberi”. Si tratta dei tre anarchici attivi nelle lotte ecologiste radicali, arrestati ad aprile vicino Zurigo con l’accusa di progettare un attentato contro la succursale di una multinazionale. A novembre inoltre, quando in Grecia vennero inviati numerosi plichi esplosivi indirizzati al Parlamento e a diverse sedi diplomatiche, un pacco bomba esplose davanti all’ambasciata svizzera di Atene. Anche in quel caso la pista era anarchica.

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